di Abdullah.

Nel Nome d’Iddio Altissimo

In questi ultimi tempi, un certo torpore cagionato da ricorrenti reviviscenze perverse, ci aveva quasi convinto e costretto a non impegnarci ed a non discendere nei cimenti mondani. Dico quivi mondani, non tanto perché dovuti ad un qualche interesse per perverse vicende qualsivoglia, quanto piuttosto perché prodotti da una reazione capillare causata da incomprensione aggressiva, ad ignoranza voluta ed ostentata, a malevolenza assunta e propugnata, a malsane propensioni subumane, a voleri variamente perversi.

Il fatto sarà, che certi strumenti moderni oramai omnipervadente avranno dalla loro, come in genere le cose di questo nostro basso mondo, virtualità opposte, seppure in differente misura, come quelle della spada di Achille, che ferisce e guarisce. Tanto che noi ci siamo ritrovati, che preferiamo l’oramai tradizionale strumento cartaceo con la sua classica penna seppure non più d’oca, quantunque non secondo la prospettiva eminente del Fedro platonico, al cospetto di una diffusione perversa, od addirittura infernale, nulla avente d’umano.

Seppure in questo stesso caso si potrà pur sempre avere un qualche richiamo a procedure razionali, le quali, quantunque nella loro limitazione, ed espansiva ed ascendente, potranno rimandare a fondamenti a loro modo non scevri di validità, per quanto in una maniera in definitiva assai limitata. La questione che qui vogliamo affrontare, riguarda le informazioni, o piuttosto, nella maggior parte dei casi purtroppo, le disinformazioni concernenti il mondo musulmano, per questa stessa cagione tanto lontano, pur nella sua vicinanza varia.

Il fatto sarà che le vecchie controversie, che s’avvalevano in primo luogo di fonti spurie, avevano una loro qualche giustificazione in una mancanza di notizie, che rendevano l’oggetto del contendere il facile bersaglio predestinato di ogni sorta di facile distorsione e denigrazione, sino al tentativo scontato di capovolgere una realtà di fatto, la quale veniva frapposta sotto lo scudo perverso di ogni voluta malevolenza. Ora a questo medesimo riguardo, noi non possiamo affatto sapere fino a che punto il cattivo intento, o l’ignorantia vincibilis, possa avere il suo sopravvento voluto su di una invincibilis, la quale nondimeno possa pure imporre la sua parte.

Il fatto sarà, che quest’ultima si va mano a mano assottigliando, al cospetto della varie malevolenze, e a dispetto di tutti i vari strumenti messi a disposizione oggigiorno, senza che con questo noi si pretenda in qualche modo, lungi da noi, di esaltare certi marchingegni contemporanei, i quali lasciano pur sempre, anzi a maggior ragione, il passo ad un’intelligenza superiore, anche a questo nostro medesimo livello d’esistenza, il tutto a dispetto di tutte le loro mirabolanti pretese, le quali di fatto a nulla portano, o quasi a nulla.

Sarà certo, che in certe vicende di questi nostri tempi ultimi, quello che era stato acutamente definito da altri, e ci riferiamo qui a Julius Evola, l’ispessimento di questo nostro livello d’esistenza, di questo nostro basso mondo, che lo ha reso sempre più impermeabile, almeno in apparenza, a certe influenze superiori, si sia andato facendo sempre più perspicuo ed invasivo, tanto da renderle quasi inavvertite, ad onta di tutte quante le simulazioni che se ne fanno, a dire il vero il più delle volte anche ridicole, si veda a questo riguardo il cosiddetto “neospiritualismo” alla “New Age”, ci si perdoni il barbarismo anglosassone a cui siamo costretti. Peraltro il fatto è ben noto.

Quella “Tempesta degli Dei”, che aveva difeso il Giappone dall’invasione mongola, assicurandogli secoli di isolamento provvidenziale e di profusione trascendente, fino alla modernizzazione, che lo aveva reso almeno in parte permeabile a quelle pulsioni involutive, oramai rese, se non altro parzialmente necessarie dall’íspessimento suddetto, dall’andamento del mondo, fece durare in qualche modo i suoi effetti sino all’ultima sciagurata guerra mondiale, vale a dire, sino al suo immane disastro, per il Giappone e per il mondo intero.

Dove il sacrificio dei suoi valorosi piloti, e degli altri suoi soldati coraggiosi, non valse a salvarlo dall’invasione violenta e dallo sterminio, e poi dallo stupro spirituale perpetrato dal nemico d’Iddio Altissimo, e dell’uomo, e del mondo, il nemico luciferino di tutto e di tutti, e quella tempesta divina non ebbe a ripetersi in un mondo oramai solidificato, in buona parte ormai chiuso alla trascendenza, ma aperto all’Inferno, ai livelli inferiori dissolutivi dell’essere. La celebre società aperta del giudeo Popper e dei Rockfeller anglosassoni.

Che sbagliandosi da incompetente qual’era, vale a dire, da seguace secolare di Giuda Iscariota convertito al protestantesimo, ben la vedeva sulla chiusura dello stesso Marx, nel suo ispessimento corporeo, ai mondi tenebrosi, laddove questa medesima chiusura era mediata per lo Hegel da una conoscenza e da una realtà in qualche modo liminali e terminali, di alcuni almeno degli elementi della primigenia profusione esistenziale superna, che permetteva di sopravivere, allo stesso modo della chiusura solida del Marx, Carlo Mardocheo, all’invadenza infera, che si sarebbe alla fine fatta valere dalla due successive guerre mondiali in poi, vale a dire, sino alla dissoluzione finale.

Ma è un fatto, quello della solidificazione previa del mondo, e della sua successiva tendenza dissolutiva, che è appunto quella alla quale tende questa nostra età, il quale ha radice assai lontane e remote, ben precedenti questi nostri tempi estremi, che vanno verso il loro estremo dissolutivo successivo al suddetto ispessimento. Il che possiamo esprimere, sotto il dominio pubblico, con l’affermarsi dei movimenti del social comunismo da una parte, e dei vari fascismi dall’altra, col loro pessimo succedaneo infero liberal democratico.

Tempo il quale andrà quivi inteso siccome una perennità promanata dalla comprensione trascendente infinita del Principio Supremo dell’essere, tanto da dare luogo a quella “apocatastasi” di Origene, cristiano e platonico, la quale la comprende ed assorbe nel suo tutto, tanto che al suo inizio non se ne avrà, di quella successione perenne del tempo, una cesura, ma bensì una successione indefinita, che verrà inclusa in toto nella trascendenza, con due termini, l’uno quello del nulla dissolutivo, il dio falso e bugiardo della voragine, l’altro invece quello reale ed omnicomprensivo della trascendenza infinita.

Tutt’altro che una fine ed un principio come quelli del capodanno, che nondimeno ne daranno, nel loro modo limitato, una rappresentazione significativa. Il fatto sarà, che Lucifero ed il suo inferno saranno sempre presenti, anche quanto a noi, senza che ci si debba fare trarre in inganno, alla luce di quanto detto sopra, e faranno capolino di volta in volta, in una maniera sempre più pervasiva, nel succedersi degli eventi mondani, in quel riproporsi dell’identità esistenziale, il quale successivamente la verrà a debilitare.

Facendo così in modo che quel che è abbia ancora ad essere, ed era, ed è, e sarà, essendo quindi successivamente, almeno quanto a questo nostro modo inferiore e limitato di intravedere le cose, vale a dire, nel nostro modo proprio di comprendere quel che è, ed è ancora, senza venire ad esaurire la comprensione dell’essere. Nel corso degli eventi dunque, questa clausola inferiore farà di volta in volta capolino, talvolta in modo per così dire esplosivo, tanto da venire ad imporsi, almeno relativamente a questo nostro basso mondo.

Tutto questo, fatte salve quelle inevitabili intromissioni trascendenti, le quali a dire il vero tali mai non saranno, in quanto richiamo all’origine non debilitata, integra dell’esistenza, che faranno sì che di volta in volta una qualche luce, tanto superiore ed efficace, quanto maggiore varrà ad essere la debilitazione esistenziale, abbia a richiamarla alla sua origine, in un modo tanto più efficace e completo, e perfetto, quanto maggiore abbia ad esserne la debilitazione stessa.

Ma ora, e diamo qui uno sguardo rapido alle vicende dell’uomo e del mondo, possiamo vedere che questo imporsi tenderà ad accelerare di volta in volta il succedersi degli eventi, ma trascinandoli talora invece all’indietro, al contrario almeno parzialmente, tanto da evitare, da parte umana, una reazione in certi casi dovuta, quanto al successivo procedere discendente secondo natura data, vale a dire, non dovuta ad una scelta meritoria personale, a dispetto di quello che verrà ad essere il proporsi degli eventi, siccome dicevamo.

Osserva sempre lo Evola, che la celebre “Invincibile Armata”, che pure aveva avuto le più solenni consacrazioni delle autorità spirituali dell’Occidente di quel tempo, avendosi per una causa giusta e sacrosanta, l’uccisione spietata di una fedele innocente, e la prevaricazione secolare antidivina, foriera di tanti orrori successivi, venne anch’essa distrutta dalle tempeste. “Ho mandato la mia flotta a combattere contro uomini, non contro i venti e le onde dell’Altissimo”, avrebbe sentenziato Filippo Secondo d’Asburgo, il Re Cattolico, all’annunzio di quel disastro, del tutto inaspettato.

Il fatto è, che si fece troppo conto allora, come anche avverrà secoli dopo per le navi e gli aerei giapponesi, da parte di un impero di diritto divino, come osserva sempre acutamente lo Evola, in lotta contro il capitale usuraio di ascendenza giudaica, o com’era stato secoli innanzi per la flotta e gli eserciti prima di Dario, poi di Serse, sugli strumenti materiali, al cospetto della modernizzazione popolare delle varie cittaduncole elleniche, promotrici ante literam degli orrori contemporanei che avrebbero poi travolto il mondo.

Strumenti peraltro sempre più necessari, quando la guerra, con un’associazione esemplare, non la si combatteva più al cospetto d’Iddio Altissimo, pur con suo qualche strumento inferiore, vale a dire, anche in quest’ultimo caso, da parte di una sovranità sacra, e si consulti a questo medesimo riguardo l’Alcibiade Primo di Platone, sull’educazione anche trascendente del Sovrano, contro la prevaricazione plebea incoata dell’Ellade di allora, di cui era figura il pur nobile Alcibiade, che preludeva a ben più nefasti abusi.

Laddove sarà da rilevarsi per Serse quella strage, non sappiamo se anteriore o posteriore ai fatti dell’Ellade, patrocinata da Ester, o forse Astarte, il sanguinario simulacro orientale, col padre Mardocheo, contro il popolo persiano, di cui ci narra la Bibbia Giudaica, che portò a trucidare migliaia di vittime innocenti, 74000 secondo la Bibbia medesima, ed alla scomposta festa giudaica dei Purim, con balli, e contorcimenti vari, ed urla scomposte. e fumo, ed ubriachezze, forse anche droghe, sul corpo di quelle povere vittime, in un’accesso di gioia prettamente giudaica. Astarte dicevamo, la divinità sanguinaria che si dilettava del sangue di vittime umane innocenti, come la Kalì degli Indù.

E forse che per Dario non ebbe una qualche relazione, sempre con i fatti dell’Ellade, vale a dire la rivolta ionica di Mileto, e poi la sconfitta, o forse meglio sarebbe dire, la scaramuccia di Maratona, la “Magofonia”, la strage dei Maghi, che se aveva reagito al tentativo di usurpazione di un potere regio non più unito come alle origini, vale a dire includente l’autorità spirituale ed il potere temporale, era stato tanto eccessivo nella reazione, con una sorta di esultanza giudaica, tanto da portare ad una debilitazione della stessa autorità spirituale?

Il contrario, almeno all’inizio, del conculcamento dell’Impero, di quello che sarebbe poi invece successo nel medioevo occidentale, portando poi alle conseguenze le più deleterie e disastrose, come avevamo accennato. Fatto sta, che in questi casi, seguendo il corso degli eventi, quella clausola infera tende ad emergere e ad imporsi, con sempre maggiore pervicacia e gravità. Debolmente all’inizio, ma in seguito con sempre maggiore invadenza e prepotenza. Dove sarà da osservarsi che, per le nostre vicende più recenti, il fatto avrebbe avuto la sua massima gravità più in Oriente, quello estremo, che in Occidente.

In questo, sarà la fine della sovranità “apostolica” degli Asburgo, mutuata dall’ambito spirituale medievale del Sacro Rimano Impero, e di quel Califfato, sia pure usurpatore delle prerogative inclusive della Famiglia del Nunzio Divino dell’Islam, che porteranno al collasso tutti i resti di un mondo oramai destinato a finire, al di là di ogni sopravvivenza larvale della terza Roma Russa, con l’esaurirsi di un impero di modernizzatori opposto, quanto più, quanto meno, all’autorità di una Cristianità Orientale impermeabile ad ogni prevaricazione modernizzatrice, destinata ad avere la sua parte nel tempo delle tenebre più fitte.

E di un impero Tedesco già in buona parte modernizzato dall’intemperanza innovatrice del protestantesimo luterano, che pur rispettava le prerogative locali anche cattoliche, rifacendosi in definitiva ad un diritto e ad una sovranità romana, sia pure debilitata dall’intromissione individualizzatrice di quell’innovazione assai nefasta, che tranciava le vie dottrinali ed operative alla trascendenza, ma facendo nondimeno permanere una struttura permeante, la quale finiva col salvarla dalle ulteriori, venefiche degradazioni dissolutive.

Nel Vicino Oriente, avevamo un Impero Iranico debilitato, dopo i Safavidi e gli Zand, dalle usurpazioni, che appariva indebolito ed impoverito soprattutto dall’intromissione prevaricatrice dell’Occidente, fino alle violenze modernizzatrici dei famigerati Cesta d’Asino, prima Palani, poi Capo di Cinque, poi Palavi, che pur non avranno alla fine la meglio su quella struttura portante dottrinale ed operative destinata ad imporsi nel tempo della prova più impegnativa, alla fine di questo nostro tempo infausto. Più oltre, un’India oramai priva di legge divina, la Legge di Manu, oramai pronta e destinata ad aprirsi alla nefasta influenza distruttrice e prevaricatrice anglo massonica.

Una Cina oramai priva di quella sovranità trascendente e celeste che già l’aveva protetta, con tutta la sua sacralità, dalle intrusioni nefaste dell’Occidente innovatore, vittima predestinata dapprima di un’usurpazione, quella Manciù, latrice di un’oppressione arbitraria, che l’avrebbe mano a mano indebolita, tanto da non sapere più resistere, con i suoi innocui giochi di fuco, a quelle cannoniere anglo massoniche volte ad imporle la degradazione subumana dell’oppio, come peraltro era avvenuto anche in Iran.

Mentre il Giappone, sia pure in una restaurazione che riassociava all’autorità spirituale dell’Imperatore il potere operativo, si modernizzava più di quanto non fosse necessario, finendo col l’affidarsi sin troppo sulla corporeità, e facendosi per lo più coinvolgere nelle aggressioni delle potenze occidentali ai popoli dell’Asia, vale a dire, in un gioco che alla fine si sarebbe terribilmente ritorto contro di lui, contro quella che avrebbe dovuto essere invece la sua aspirazione primaria di libertà, e di civiltà, e di spiritualità.

Tanto che alla fine, mentre la Germania e l’Italia, l’una con le sue immaginazioni pagane scevre oramai di ogni esistenza che non fosse quella meramente immaginaria, l’altra rifacendosi anch’essa ad una romanità oramai del tutto inesistente, se non nelle scritture, nei sogni e nei ricordi, e ad un Cattolicesimo ridottosi, al di là di una certa persistente funzione morale, ad una sopravvivenza larvale anche spiritualmente ineffettiva, in attesa di esiti ben peggiori. Senza essere riusciti a liberarsi della protuberanza massonica dei regoli savoiardi traditori ed usurpatori, che l’avrebbe alla fine pugnalata alle spalle, per fare spazio al suo inevitabile destino.

Mentre la Germania e l’Italia si mostravano incapaci d’opporre, di fatto e di principio, una qualche alternativa valida allo strapotere infero dei modernizzatori anglo massonici, sarà invece proprio il Giappone, dall’altra parte del mondo, ad insorgere in armi contro quell’insano strapotere luciferino, che ne avrebbe fatto scempio, attirandolo in una guerra materiale e di materiale, dalla quale, in quanto tale, non poteva se non uscire che vinto e distrutto. Il valore quasi sovrumano dei suoi piloti e soldati quasi nulla potrà, il Vento degli Dei non si scatenerà contro gli usurpatori anglo massonici del mondo.

E siamo qui giunti al punto donde avevamo preso le mosse. Il fatto è, che in questi nostri ultimi tempi, ci è stato dato d’assistere, con tutta la limitatezza delle nostre forze, ma non disperiamo, Iddio è più grande, ad un’offensiva prevaricatrice che ha aspetti molteplici. Tanto da ricondurci a quella solidificazione, almeno iniziale ed incoata quanto ai suoi effetti finali, della quale avevamo detto al principio. L’offensiva nemica, e ci riferiamo qui al nemico per eccellenza, a quello luciferino, si sviluppa avendo di mira tutta una serie di obiettivi, e pubblici e produttivi, e finanziari, e culturali, ed educativi.

A fondamento di tutto questo vi sarà peraltro un tentativo assai perverso d’insinuarsi nella profondità stessa della compagine dell’uomo, facendo pressione con tutta una serie di leve scardinatici, atte prima a scompaginare, e poi anche ad invertire la stessa sua struttura, a partire dalla sua componente sostanziale animica, vale a dire, dal suo aspetto prettamente spirituale e trascendente. Essendo questo peraltro, lo possiamo affermare con certezza inconculcabile, l’aspetto distintivo di questo nostro estremo tempo di tenebra.

Si va tanto blaterando di libertà. ma quale libertà? Se il Croce pretendeva, da bravo liberale, o forse sarebbe meglio dire, da liberista soppiantatore dell’altrui, che la libertà non fosse da definire, noi invece, senza avercela con lui e con i suoi male illuminati seguaci, la definiamo, e lo riteniamo addirittura doveroso. La sua libertà informe sarebbe del tutto arbitraria, e ci riferiamo qui a Platone ed alla sua Politeia, come quella dell’oppressore, perché porterebbe, come per quest’ultimo, a tutto ed al contrario di tutto, in ogni campo.

E sarebbe qui lungo rendere conto di tutti gli inconvenienti, anzi degli orrori a cui porterebbe un tale modo d’intendere le cose. Tanto più che ai nostri giorni è invalsa la fisima di negare le realtà di natura, con le loro conseguenze di normalità, tanto che o tutto, o nulla sarebbe normale, sul fondamento di una qualche distinzione. Avendo le norme peraltro una funzione ed un valore meramente convenzionale, tanto da farla solo da supporto ad una società non normale o naturale, secondo il diritto divino, ma invertita e degenerata, a modello della quale possiamo porre quella anglo-massonica.

Soltanto questo? Noi invece poniamo una triplice domanda: libertà per che cosa, verso che cosa, e da che cosa. E distinguendo nella compagine umana un intelletto orientato nel verso della trascendenza divina, del Principio dell’essere, ed una funzione inferiore suscettibile invece di un orientamento infero, nel verso dei livelli inferiori dell’essere, subordiniamo al primo la libertà, dandole preminenza e dominio su quest’ultimo, orientata che essa non sia nel verso del secondo, tanto da farsene trascinare dall’abominio inferiore.

Iddio dunque, sia magnificato ed esaltato, e l’intelletto, e le potenze inferiori e subordinate dell’anima umana. Questo per fare comprendere che l’intelletto, tenuto conto della superiorità dell’anima umana sulle altre varie potenze mondane, sarà la prima produzione divina, vale a dire, la prima creazione dell’universo. Vale a dire, secondo il Sacro Corano, “Dì, lo Spirito, ovverosia l’intelletto, viene da Iddio”, checché ne abbia ad eccepire l’ignoranza ridanciana di certi stolti, ignoranti e presuntuosi, incapaci di comprendere la portata di una definizione espressiva ed esauriente. Ma di questo, dopo.

E sarà dunque in un tale senso, nella relazione ad Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, della sua potenza primaria, che verrà ad essere definita la libertà, peraltro in tutta la sua estensione possibile. Altro che Benedetto Croce! Perché in un rapporto siffatto il suo potere sarà affatto inclusivo, a dispetto di tutte quelle minuzie esclusive l’una dell’altra le quali faranno capo invece alla definizione inferiore, parte per parte, non comprensivamente, tanto da definirla invece in un senso del tutto inferiore e limitato.

Chi si pone in rapporto ad Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, sarà libero dal mondo, ma anche avrà potere sul mondo, nel senso che una siffatta libertà lo renderà inclusivo di tutta quella inferiorità partitamene, tanto da dargli potere su di lei, estendendola nel mondo ed al di là del mondo stesso, data la sua apposizione divisiva, che pure non esaurirà mai del tutto, data la sua limitatezza relativa, nel senso di un’infinità subordinata e superna, di secondo grado, rispetto a quella suprema, omniesaustiva ed inattingibile, rispetto all’insieme delle creazioni possibili ed incoate, o no, ma pur sempre tali.

Questa subordinazione, e libertà quindi divina, sarà peraltro del tutto subordinata alla sua legge. E noi sappiamo quale sorta di indicibili reazioni potrà suscitare questo medesimo asserto negli ignoranti ed insipienti. Come dunque? Allora non sarò mai realmente libero? Il fatto sarà, che una siffatta subordinazione avrà il senso e di un’ascesa a Lui, e di una discesa da lui, e del soprapporsi per Lui a tutto il Suo creato. Sarà la Sua Legge, la Legge rivelata ed umana e naturale, che verrà a dare al libero questa sua superiorità e questo suo potere.

Superiorità e potere esistenziali, non certo nel senso di un arbitrio che abbia a lasciare il tempo che trova, ma in quello invece di una continentia eminenzialis vicaria che abbia a produrre per mediazione il mondo stesso con tutti i suoi esseri. Iddio Altissimo ha dato dunque delle leggi che uniformano, per subordinazione, a Lui, ed in questa subordinazione vicaria, mediatrice e subordinata, dona priorità esistenziale alla sua prima creatura, a quella centrale, non alle estensioni subordinate che per suo tramite Gli si riferiscono, ed a loro volta producono gli esseri frammentati del mondo procedenti da quel centro.

“A lui appartengono i Nomi più belli”, vale a dire, per derivazione tutti quanti i nomi, tutti destinati a prostrarsi al cospetto della Sua creazione primaria e vicaria. Nomi i quali si manifesteranno partitamene in tutta una serie di termini, procedenti da quelle centrali ed inclusive dei Messaggeri divini, e delle intimità divine universali che ne procedono manifestando i nomi stessi di cui quei centri sono inclusivi. Il nome centrale dunque, quelli inclusivi di una totalità, e da ultimo quelli delle partizioni determinate e subordinate.

E “Noi siamo i Nomi più belli, che a Lui appartengono”, così come a Lui appartiene quella luce inclusiva subordinata, che Egli, Luce su luce”, sovrasta infinitamente nella Sua Infinità Suprema Primaria, sino a determinarsi in quelle determinatezze fisse sempiterne, subordinate alla sua Eternità Suprema, che si svolgono da quelle funzioni preminenti nominali superiori, per dare origine, profondendosi da quelle, al mondo, o meglio a quei mondi inferiori che li contraggono, nella loro individuazione nominale previa alla dissoluzione.

Sarà che quelle determinatezze fisse, gli esemplari platonici, si affissano da ultimo ad un termine liminale dissolutivo, la cosiddetta “materia”, che dapprima ne varierà di volta in volta l’apprensione esistenziale, nel prima e nel dopo, vale a dire, al di sopra e al di sotto della di quel suo limitare che ne riduce l’essere debilitandolo, facendolo andare dai mondi superiori della espansione liminale, sino ai mondi tellurici riduttivi inferiormente, ed alla dissoluzione negatrice del termine, ed alla dissoluzione completa senza nessun negato.

Producendo dall’altro lato anche quei mondi che, a quello stesso livello d’esistenza liminale, non in un verso o superiore od inferiore, saranno come il contraltare della loro estensione solo relativamente comprensiva. Una sorta di croce esistenziale, la quale la fa da corrispettivo inferiore a quella del crocefisso, dell’esaltazione divina, e dell’espansione solo subordinatamente infinita di quell’uomo universale, e centrale, e primordiale, che in quanto tale, nella sua funzione vicaria sopra detta, si propone al mondo.

Dicevamo dunque della Sua Legge, la quale avrà due sensi. L’uno essendo il senso suddetto dell’ascesa e dell’assunzione realizzativa vicaria, l’altro quella che realizza il mondo, ed a maggior ragione l’uomo, anche a questo nostro livello, attuando un essere che, in quella medesima maniera, si trarrà da una causa semplicissima primigenia, contraltare e dell’essere stesso, e dell’esistenza che ne deriva, laonde sarà che, in un siffatto senso, essere ed ordine, vale a dire legge, in virtù di questa realizzazione reciproca, si convertiranno.

Nel senso di giustapporsi ad un’esistenza donde deriva, dandosi dunque così come legge al mondo, ed anche eminentemente, anche a quell’uomo stesso dal quale il mondo a sua volta deriva, come già dicevamo qui dianzi. La legge dunque, sotto questo medesimo riguardo sarà alcunché d’incontrovertibile. Soltanto che nel mondo e per il mondo la sua derivazione divina verrà ad essere inevitabile, tanto da portare al disastro, nella fattispecie quello naturale, in caso d’inadempimento, quale che esso abbia ad essere.

Nel caso dell’uomo invece, l’inadempimento gli verrà ad essere volontario, non derivando da un inadeguarsi che abbia a derivare a sua volta da ultimo da quello del suo centro vicario, ma riferendosi invece ad una mancanza di conformità radicata nella funzione volitiva, vale a dire da ultimo intellettiva dell’uomo, con le sue due funzioni d’intelligenza e di volontà, tale che egli possa e volere, e non volere. E gli è stato ingiunto di volere, in tanti modi, che sono appunto quelli della legge, vale a dire, della sua legge, naturale o rivelata.

Perché l’una, e ci riferiamo qui alla sua previa funzione intellettuale, sarà quella per cui realizzerà in sé, inclusivamente e riflessivamente, la realtà stessa, si reduplicherà in un senso, reduplicandosi inoltre in un senso ulteriore, e alternativo ed opzionale, da quella sua scissione esistenziale primaria, la qual cosa potrà anche impoverirlo, debilitandolo da quelle sue medesime realizzazioni che rifletteva ed includeva in sé medesimo. Dicevamo prima, trattandosi delle due funzioni, intellettiva e volitiva, dell’intelletto.

E quelle debilitazioni successive che sussumono l’essere, lo ridurranno a darsi non più in una funzione di dominazione e di preminenza, che peraltro sarebbe stata quella sua originale, ma facendogli invece negare quella continentia in quest’esistenza, alla quale era desinato ad essere sopraordinato, sino a che, di debilitazione in debilitazione formale, verrà a ridursi a quelle formalità inferiori menomate, le quali finiranno col metterlo in rapporto con i livelli inferiori dell’essere, identificandolo da ultimo con loro.

Vale a dire che, a furia di essere soltanto limitatamente, finirà con ridursi a quei livelli che guardano al suo non essere esteso, per il cui solo tramite deriveranno da Iddio Altissimo. Sarà dunque qui che si avrà la cesura, quantunque tutto questo possa destare il raccapriccio di anime ignobili, rese che esse siano, o meglio, che esse si siano tali. Certe blandizie, quale che sia il loro oggetto, avranno di mira di colpire quelle superiorità che allontanano dalla via ritrosa, facendo leva, già dicevamo, sulle potenze inferiori dell’anima umana, mirando ai livelli esistenziali subordinati, che tolgono invece di dare.

Laddove dall’altra parte, la via dell’ascesa potrà anche avere invece un sembiante affatto limitante di questa inferiorità sopradetta, ma dando la prevalenza ed il dominio a quanto estende ed esalta esistenzialmente, togliendo le leve del precipizio e dalla voragine. La libertà, a questa medesima stregua, potrà anche avere un sembiante doloroso, un’apparenza di conculcamento, e sotto il riguardo corporeo, e sotto anche quello delle potenze animiche inferiori, talora nella loro suadenza apparente anche estrema.

Ma questo discorso andrà generalizzato, nel senso che non si tratterà solamente di questo. Tale discorso non verrà a riguardare soltanto la questione dell’ascesa esistenziale, con le sue conseguenze ed animiche e corporali, ma anche quell’aspetto della legge che a questo nostro livello d’esistenza sarà preponderante, quello della penalità. Il fatto sarà che assai raramente, in questo nostro mondo, la legge premia, andando il premio inteso e nel senso dei livelli della trascendenza, nella loro espansione esistenziale, e di questo nostro mondo, vale a dire, la gratificazione animica correlata al retto agire.

E non diciamo qui inoltre di quelle conseguenze corporee, come esemplarmente per Giobbe, e Davide, e Salomone, la pace su di loro. Com’è stato giustamente osservato da un sapiente, vi sarà chi si guadagnerà questo mondo e quell’altro, o chi si guadagnerà l’uno per perdere l’altro, anche nelle protuberanze infere del nostro mondo, e chi li perderà invece tutti e due, qui ed oltre. Ora invece la nostra questione presente riguarda la sembianza penale della legge stessa, che però invece, a ben vedere, tale non sarà in senso stretto.

Orrore, orrore, il tale andrà dunque punito! Quale incompatibilità estrema per certe sostanze esistenziali infette, che ignorano affatto di riparazioni, credendo che il delitto ed il difetto morale vadano lasciati a sé stessi, senza nessuna possibilità d’emendazione, qui ed oltre. O senza nessun contrappasso similmente. O che consentire ad un essere oramai perduto di aumentare le sue future pene oltremondane, aumentandogli il fuoco dell’Inferno, continuando con le sue imprese presenti, sia favorirlo, invece di danneggiarlo.

Tanto che la spada usata da taluni, come fu per Mosè, la pace su di lui, al ritorno dal Sinai contro gli adoratori del vitello d’oro, a per Elia, la pace su di lui, contro i ministri di Baal o dal Nunzio divino dell’Islam, che Iddio lo benedica, contro i Giudei traditori di Kaybar, e si noti bene, non tutti gli Ebrei, avrebbero il senso non di punizione o misericordia, ma di sofferenza corporea ed animica loro imposta, indebitamente nientemeno. E che dire poi delle punizioni divine del Sacro Corano, della Bibbia, e di Platone? Inammissibili!

Quanto di più lungi dalle volgarità e banalità correnti, specialmente ai nostri giorni. E che dire delle distruzioni bibliche delle città pagane, in passi che potrebbero, questi sì, essere stati alterati ed esagerati, sino agli abusi ed agli orrori correnti di taluni dei pretesi presenti seguaci di quella fede? A Kaybar non tutto andò soppresso, ma solo i combattenti, non vecchi, e malati, e donne, e bambini, e animali, e piante, ed anche sassi, come avviene invece talora nella sventurata Palestina odierna, a suon di super bombe incendiarie statunitensi da una tonnellata, per non dire di altro, e dell’odio infernale che ha pochi riscontri.

Lasciamo da parte quelle invenzioni eminentemente giudaiche, che la fanno da correlato ed ornamento alla narrazione di quelle vicende da parte della miscredenza, senza avere peraltro il coraggio d’alterarne l’essenza, sempre ben più remissiva delle pretese, e sottolineiamo questo “pretese”, almeno come supposizione, degli interdetti biblici. Perché lo ripetiamo, ogni essere vivente, e uomini, e vecchi, e malati, e animali, e piante, andavano sacrificati ai seguaci futuri di Giuda Iscariota, e già prima di Core, e del loro simulacro immondo.

Dicevamo degli abusi odierni, quell’annientamento per arsione di vittime innocenti d’ogni sorta, perché non tutti avranno a che fare con quel conflitto, soprattutto gli inermi e disarmati. Ma oggi le bombe dei Savi di Sion e di Calvino inceneriscono anche le pietre. Distruzione che avrà un solo significato fondamentale, non certo di punire alcunché, o di consentire un qualche contrappasso, od alleviamento, ma solo di odiare, eccitando le potenze infernali, non di placarle in qualche modo, per errato che fosse, come avveniva già in passato, ma per farle emergere a dominare il nostro livello d’esistenza.

Perché già sappiamo, essendo questo il circolo degli eventi, che questo dovrà avvenire per un tempo breve, senza che questa irruzione abbia in un qualche modo ad ascendere oltre, ai livelli immaginali e sopraformali dell’esistenza. Ora a questo medesimo riguardo, che senso avrà mentire, anzi mentire spudoratamente, talora argomentando con fallacie? Sarà questa peraltro una vecchia attitudine. Ricordo di avere avuto sotto mano una vecchia, e monumentale, nonché interessante ricostruzione delle vicende del mondo, ed in particolare, della Chiesa Cattolica, appartenuta a miei antenati Sacerdoti.

Nella quale tutte le menzogne più inverosimili erano propinate contro il Nunzio dell’Islam, che vi era accusato di ingiustificata e disumana ferocia. Proprio come ai nostri giorni. L’autore, peraltro un sapiente, assai lodevole ed accurato nelle altre parti della sua ricostruzione, risponde al nome di Brobacher, non sappiamo se francese, o inglese o tedesco. Tacciamo a questo riguardo delle descrizioni della natura di certi Messaggeri celesti, delle quali vi sarebbe peraltro a dire il vero qualche traccia nelle opere di Ibn Arabi.

Autore trattato con ben maggiore rispetto, con tutta la questione Islamica, dal dotto ed esperto Sacerdote cattolico spagnolo Asin Palcios, al quale dobbiamo aggiungere gli studi della nostra Maria Corti. In definitiva, quanto al primo autore, almeno per quel che riguarda l’Islam, tutta una serie di elucubrazioni spettrali, che andranno parzialmente giustificate dal fatto che, dal Medioevo, sino ad alcuni dei secoli successivi, la conoscenza dell’Islam era mediata in Occidente da tutta la malevolenza delle fonti giudaiche, malevolenza che purtroppo, a quanto pare, se non altro almeno in parte, dura ancora.

Si va dall’epilessia attribuita al Nunzio dell’Islam per giustificare le sue pretese immaginazioni, ad invenzioni ridicole quale quella suddetta degli Intimi celesti ubriachi nientemeno, e così via dicendo. Qui ne abbiamo citate alcune tra le principali. E lasciamo qui da parte le controversie inutili in cui si sono andati ad invischiare certi protestanti, d’ispirazione americana crediamo, a dimostrare che il Nunzio sapesse scrivere, quindi sarebbe stato solo un copista, quando noi tutti sappiamo da una celebre narrazione che sapeva scrivere, come quella celebre della “calamità”, dove non si fa peraltro menzione di scrivani.

Laonde egli avrebbe copiato da altri tutte quante le sue, a dir loro, pretese rivelazioni. E senza che certi altri ne capissero nulla di quell’ebbrezza trascendete di taluni Intimi “dei quali ne so soltanto Io, e nessun altro”, dice l’Altissimo in una celebre narrazione, vale a dire di quelli che sono sotto il nascondimento e la protezione della Sua cupola eccelsa, del tutto assorti ed immersi in lui, essendo per questo stesso motivo del tutto celati al resto del mondo creato. Il che ha peraltro un perfetto riscontro nella dottrina tradizionale cristiana di Gregorio Magno e Dionigi Areopagita a proposito di Cherubini e Serafini.

E per tacere del fatto capitale, che quella dell’Inviato sarà una stazione, non certo uno stato transeunte, che vada e venga, contro quello che pare ritengano invece, a proposito dei loro stessi, alcuni Giudei, essendo d’obbligo qui il dubbio, data la fonte spuria, presumibilmente artefatta e disinformata anche del proprio. Perché proprio come recita il Sacro Coprano, “Vi sono livelli presso Iddio”, sia magnificato ed esaltato, essendo i comuni esseri umani anch’essi partecipi di una parte almeno di quegli stessi livelli.

Il fatto sarà, che noi in questa sede ci permettiamo di distinguere, e non sembri abusivo questo nostro uso, tra i giudei, non qui i discendenti o i seguaci di Giuda figlio di Giacobbe, la pace su di lui, capostipite della tribù regale di Davide, e Salomone, ed antenato di Gesù, la pace su di loro, o di Giuda Maccabeo, campione della lotta all’ellenizzazione, o di Giuda Taddeo, discepolo di Gesù, la pace su di lui, ma di Giuda Iscariota, forse Giuda il villano, secondo una possibile trasposizione araba, il traditore per eccellenza, in quanto consegnò ai suoi nemici, che erano della sua medesima schiatta elettiva, il Sigillo della Santità Universale, come lo defisse Ibn Arabi.

Compiuto conformandosi a tutta una serie di tradimenti contro la rivelazione divina, che vanno dai fratelli di Giuseppe, la pace su di lui, quantunque poi ravvedutisi, a quello contro Mosè, la pace su di lui, con Core e gli adoratori del vitello d’oro, agli zelati poi condannati da Giuseppe Flavio, responsabili, con la loro follia fanatica, della distruzione del Tempio di Gerusalemme, alla perversione mondana e mondiale dell’usura e delle banche giudaiche, per poi andarsene aventi sino ai nostri giorni perversi ed infelici.

Con tutta una serie di usurpazioni ed inversioni mondane e mondanizzatrici e subumane, che culminano oggi nel dominio sionista, o dei Savi di Sion, forse “l’abominio della desolazione” di Daniele, la pace su di lui, o che immediatamente lo precede. Daniele che è e resta per noi Nunzio divino, checché ne dicano certuni male informati e male illuminati. E non ci riferiamo qui ai fatti narrati dal Talmud, che sarebbe in senso proprio eminentemente una casistica giuridica, ad inquinare le menti mentendo nel modo più spudorato, sino ad attirarsi la maledizione divina. ”Li abbiamo maledetti, perché dissero contro Maria calunnia immensa”, dal Sacro Corano.

Duplicemente vorremmo qui distinguere tra le sue interpolazioni, per nulla da giustificare ed approvare, ed il suo eventuale genuino intento giuridico originale. In ogni caso, come già prima dicevamo, sarà possibile distinguere tra una linea deviata, invertita ed antitradizionale, che quivi, per le ragioni suddette, pur antecedenti nel tempo, definiamo anche “giudaica”, e quella genuina orientata nel verso della rivelazione divina, da Mosè, e da prima di lui, da Abramo, la pace di loro due, ovverosia quella più propriamente ebraica.

Vale a dire nel nostro modo di esprimerci, avremo una linea giudaica, nel senso del tradimento per eccellenza di Giuda iscariota, per successivo che possa essere nel tempo, come già sopra dicevamo, ed una ebraica, di cui non abbiamo qui una notazione derivativa, che non sia quella che si riconduce alla radice araba “abra’a”, nel senso dl “discolpa”, o di remissione di un debito”, il che potrebbe essere qui applicato al patto divino originale, del riconoscimento, originale quanto al tempo, delle radici umane nella loro sottomissione divina, sino alle loro successive manifestazioni subordinate temporali.

E ci scusiamo qui per i nostri inevitabili eventuali errori, dovuti alla nostra inevitabile e presumibile umana ignoranza. Facendo anche riferimento, a questo riguardo, alla discendenza degli ebrei odierni dalle due tribù di Israele dai cui, alla morte di Salomone, la pace su di lui, vale a dire, quelle di Giuda e di Levi, si separarono le altre dieci ribelli, distrutte dall’invasione assira, e scomparsa del tutto dalle vicende umane, Fatti salvi i samaritani in parte pagani, che potrebbero avere una qualche connessione con quel Samiri di cui il Sacro Corano, con la sua azione nefasta al tempo di Mosè, la pace su di lui.

E non tenendo conto, nel dominio effettuale, di quelle inverosimili immaginazioni anglo israelite, peraltro assai significative, in quanto si riferiscono a quello che già allora ebbe a definirsi il Regno d’Israele, contrapposto a quello di Giuda, di cui nulla sarebbe rimasto nell’effettualità mondana, che farebbe riferimento a qualche realtà residua nei domini inferi, al di là di una sembianza esteriore cavillosa con tutte le sue deficienze sub intellettuali, le quali contraddistinguono una funzione precipua di quella razza.

Questo dopo il suo tralignamento previo, dovuto alla sua separazione dalla Chiesa di Roma, ed alla sua protestantizzazione, da Lutero, a Calvino, nel corso delle vicende umane. Ma qui, in questa sede, sarebbe troppo lungo dire minutamente di questa vicenda. Basti osservare, che dopo la cristianità celtica e britannica d’origine, quella di Scoto Eriugena platonico, cui farà seguito nel medioevo cattolico un altro campione della stirpe celtica, Giovanni Duns Scoto, contraltare di Tommaso d’Aquino, soppiantata dalla rettificazione della previa ferocia sassone, con Agostino di Canterbury sotto il Pontefice Gregorio Magno, la sorte di quella stirpe fu contrassegnata da successivi tralignamenti, che hanno portato agli orrori dell’uncino britannico, ed alla successiva onnipervadente oppressione della belva Nord Americana.

E qui basti osservare che le razze sono realtà divine, senza che ci sia bisogno, a questo riguardo, di scomodare lo Spengler, con le sue osservazioni a volte acute, anche se nelle eccessive generalizzazioni, quale quella sulla civiltà “faustiana” del Nord Europa, sospesa tra la sua superficie razionale, a modo di sembiante, ed il patto con l’Inferno, quello tra Faust, lo scienziato inizialmente razionale e mondano, e Mefisofele, cioè Lucifero, l’elargitore di poteri inferi. Ma si vedano a questi riguardo il Sacro Corano, ed il libro di Tobia nella Bibbia, con la sua dottrina delle entità celesti sopraordinate ai popoli.

Tutto dunque torna, a questo medesimo riguardo, quanto alla vana pretesa di enucleare da un giudaismo in varia misura antitradizionale una fonte assolutamente spuria ed inaffidabile per ogni sorta di notizie nei confronti dell’Islam, non solamente, ma di ogni realtà prettamente spirituale, ivi inclusa la stessa genuina dottrina ebraica, od anche mondana, nei limiti in cui una mera mondanità astratta verrà ad essere possibile. E questo in un senso sia negativo, sia positivo. Nessun giudizio decisivo sarà possibile a questo riguardo.

Anche per fatti in apparenza meramente umani, quali le dottrine pubbliche secolari di questi nostri ultimi tempi, condannare i movimenti di destra e di sinistra, per andarsene invece ad esaltare il liberalismo luciferino, giudaico e massonico, sarà a nostro modesto avviso del tutto fuorviante. Non che noi, in un qualche modo, si voglia assolvere del tutto l’uno o l’altro, ma tenendo conto di quelli che possono essere i vari livelli di allontanamento dalla retta via, peraltro a volte inaspettatamente presente nella condanna mondana ultima.

Ora quello che va qui rilevato, per ritornare a quello che era stato l’inizio del nostro discorso per quel che riguarda l’Islam, le caricature e le menzogne del Beobacher, e del cardinale De Vio Caietano, peraltro uomo illustre nelle scienze divine del sedicesimo secolo, profondo commentatore di Tommaso d’Aquino, si rifanno a quelle di questi nostri ultimi tempi, peraltro assai più rozze e volgari, che hanno un’altra qualificazione aberrante, vale a dire, quella di fare leva apertamente su di un giudaismo degenerato, che autori come i due precedenti tentavano almeno di occultare, non menandosene vanto.

Si prende tutta una serie di eventi, o incompresi, o del tutto incomprensibili per costoro, nella loro morbosità, per tentare in un modo oltremodo falsificante e maldestro, di dare addosso all’Islam, all’ultima Rivelazione Divina. Si comincia col prendere ancora di mira la figura del Nunzio Divino dell’Islam, sempre a procedere da fonti del tutto fuorvianti, da parte di Preti spretati, di baldracche sviate, o fallite, o fuori uso, plastificate o no che esse siano. Più o meno ululanti e furiose, o di mercenari dozzinali dal grugno storto e ghignante. Il fatto sarà, che siffatte fonti non vengono in nessun modo citate, per tentare almeno farle passare menzogneramente per realtà genuine.

S’incomincia con la pretesa spietatezza del Nunzio Divino, della quale avevamo già detto, ignorando tutta una serie di elementi da noi già sopra menzionati, dalla loro limitazione senza bisogno di remissione, alla ferocia estrema da parte ebraica, non sappiamo se spuria o alterata, riguardante il comportamento giudaico nei confronti delle città pagane, al fatto che costoro vennero giudicati soltanto secondo la loro stessa legge, com’era nel mondo tradizionale, e vale la pena qui menzionare i tribunali ebraici nello stesso orbe cristiano.

Ma no, non ci si venga dire piagnucolando, l’abbiamo visto, con simulazione, dell’ebrea al cui cospetto sarebbe stato nientemeno ucciso il padre, che si rifiutava di rivelare l’ubicazione dei tesori di Kaybar, conquistata e non ignota, si badi bene, per poi farla anche sfilare, forse a balzelloni, tra i cumuli dei trucidati, e farla addirittura stuprare dal Nunzio Divino, che Iddio Altissimo ce ne perdoni la sola menzione, che poi l’avrebbe assunta come una delle sue legittime mogli, riverita dalla comunità, “Le mogli del Nunzio sono le madri dei credenti”, il che peraltro comportava il suo previo assenso.

Rammentando che è a questa stessa figura, che si debbono talune narrazioni illuminanti sulla perfidia, e pervicacia giudaica nei confronti della Rivelazione ultima, e del suo Nunzio. E qui non ci metteremo, non è il nostro compito, o la nostra competenza, o il nostro diritto, ad indagare sulle molte donne di Davide e di Salomone, la pace si di loro, violate le prime dal figlio Assalonne durante la sua rivolta, e comprendenti addirittura le seconde delle pagane, adoratrici di simulacri fallaci, che avrebbero indotto il Sapiente tra i sapienti a rinnegare la sua Fede, bestemmie per noi del tutto inaccettabili.

Abominazioni queste dovute non certo a noi, o ad un’altra fede, ma che furono invece proprio di quella cerchia, per ragioni non chiaramente appurate, ma dovute forse alla loro esigenza di scemare un’autorità giuridica e sapienziale divina, per soppiantarla con quella meramente umana d’allora e dei tempi successivi. Autorità umana che s’oppone all’autorità divina anche ai nostri giorni, e con questo non neghiamo che questo avvenga anche all’interno del mondo islamico, in carenza di un riconoscimento superno, diretto o mediato che sia.

Diremo ora delle accuse farneticanti rivolte contro il Nunzio Divino a proposito del matrimonio con Aisha, il che si ricollega anche a quanto dicevamo dianzi delle donne di Davide e di Salomone, la pace su di loro, e ricordiamo qui come Gesù stesso, era acclamato come il “Figlio di Davide”, la pace su di loro. Quante erano, e che età avevano le loro mogli? A noi non risulta, né noi siamo tanto esperti di legge ebraica, non ne siamo tanto conoscenza, da potere esprimere un qualche verdetto a questo medesimo riguardo.

Certo giovani le più, ed anche assai giovani, come Betsabea. Noi non sappiamo, né tantomeno ci permettiamo di giudicare, lungi da noi. Quello che sarà qui da rilevarsi invece, sarà una condizione. La condizione primaria sarà quella dell’Uomo Universale e Perfetto, che traspone la sua perfezione ed inclusione nell’effettualità, anche nel dominio familiare e matrimoniale mondano, com’è stato osservato giustamente da qualcuno, in quanto manifestarsi della comprensione vicaria attuativa di tutto quanto il mondo creato.

Trattandosi di un uomo a tutti gli effetti, ma non comune, il quale trasfonde la sua natura superiore nel dominio maritale, a significare la sua universalità comprensiva, che potrà avere anche l’aspetto apparentemente contrario di non avere nessun bisogno di una sposa, come fu per Gesù, la pace su di lui, e nella ne sappiamo per altri Nunzi Divini, coranici o no che essi siano, anche se ci risulterebbe che Zaratusta non fosse sposato, così come anche il Krisna degli Indù. Nulla di cui doversi in un qualche modo scandalizzare, nell’uno e nell’altro caso.

L’uomo perfetto sarà o non sarà sposato, ed a questo riguardo sono presenti esempi anche nell’Islam, in primo luogo nel caso sopraddetto di Gesù, la pace su di lui, o per altre personalità superiori, anche se subordinate al dominio della Rivelazione e dell’Intimità divina vicaria, come fu per Salman Farsi, per giunta persiano, non arabo, “Salman è dei nostri, della Gente della nostra Casa”, recita il Nunzio Divino stesso, o come fu per Fatima Masumè. La cui sepoltura a Qom divenne il centro del culto della Gente della Casa, a sottolinearne la preminenza, oggi centro della lotta all’oppressione ed alla prevaricazione mondana.

Ora il fatto sarà, che per Aisha si fa menzione di un suo matrimonio formale all’età di 9 anni, e della sua consumazione, dove le fonti variano da 9, ma noi sappiamo bene, essendo quella fonte spuria, che esso avvenne invece a 19 anni, secondo le fonti attendibili ascritte alle Genti della Casa, trattandosi in ogni caso solamente di un matrimonio formale, almeno inizialmente non consumato. Essendo questa una prerogativa non esclusiva del mondo musulmano, ma presente ad esempio anche nel mondo indù, come c’è stato riferito da fonti assai attendibili. Ora confrontiamo questo matrimonio ed i coiti secolari, lasciando ad ogni persona di sano intelletto d’esprimere un giudizio.

Nel caso del mondo secolare e profano, privo di ogni formazione e di ogni anelito trascendente, la giovane sarà abbandonata a sé stessa, la cosa essendo oramai comprovata ed imposta dalle leggi secolari, dai parlamenti di Vladimir Lussuria di Cucciolina, vale a dire all’alcol, alla droga, alla fornicazione anche nelle sue forme estreme e deviate, forse prima ancora della sua maturità sessuale, almeno sino da quando saprà esprimere una qualche forma apparente di volere, un “mi piace” formale, non un “voglio” intellettivo.

Con tanto di convivenza extra legale, non sappiamo se a condizione di pervenire ad un’età legale, la quale forse, nel migliore dei casi, dopo anni ed anni, la porterà ad un matrimonio di minimo valore effettivo, con la conseguenza di una prole, per la quale sarà orami indifferente la legittimità. Si diceva in un passato recente, nei documenti, figlio, o figlia di Pinco Pallino, oggi questa piccola clausola essendo stata cancellata, per far posto ad una pretesa ed insussistente uguaglianza, senza nulla dire delle origini della persona.

La qual cosa verrà a portare, anche se oramai non se ne fa nessun caso, questo a pro della scienza e dello scientismo fallace odierno, a delle propensioni e potenzialità sottili interne perverse. Facendo presente, che si narra, che i capi dei persecutori e carnefici di Husain a Karbala sarebbero stati tutti quanti, guarda caso, figli illegittimi. Questo è l’Occidente, quello contemporaneo, vale la pena sottolinearlo, “grazie Occidente”, come ha l’ardire scrivere a sua gloria un suo male illuminato lodatore, di stanza, guarda caso, e non ce ne meravigliamo, negli Stati uniti d’America, il regno di Lucifero.

Dall’altro canto, quantunque l’attitudine lodevole vada scemando, un Oriente tradizionale legato almeno in parte, quanto più, quanto meno, alla Rivelazione Divina, alla Sua Sapienza, ed alla Sua Legge, dove sarà possibile affidare una giovane prima della sua età adulta, ad un suo educatore qualificato di morale e di trascendenza, che non la potrà neppure sfiorare, guai a lui, in attesa della consumazione del loro rapporto, al tempo alla sua maturità sessuale, previo il consenso e dei genitori, e della fanciulla ancora vergine.

Orrore, orrore! Oppure solo simulazione malevola, alla luce di quanto detto prima, e di quella malevolenza corruttrice. Va qui da rilevato un altro fatto capitale, vale a dire, quello della maturità sessuale. Sarà questa a decidere dei matrimoni. Sarà sempre qualcosa di negativo, anche se non certo in tutti i casi, reprimere le legittime pulsioni di natura, invece di incanalarle nel loro giusto verso, fasta salva la presenza di un maestro valido, almeno fondamentalmente, essendo questa la reale funzione dell’uomo, cui è stato destinato dalla natura.

L’uomo è superiore”, secondo il Sacro Corano, ma avendo diritti commisurati ai suoi doversi, che nella maggior parte dei casi, per quello che riguarda il matrimonio, sono legati alla sua maggiore età. Certo questo non avverrà in tutti casi, come fu per la prima ed allora sola moglie del Nunzio Divino, Madre degli Intimi d’Iddio Altissimo e delle Guide della comunità, ma sarà questa l’eccezione che confermerà la regola, un caso straordinario dovuto all’eminenza d’entrambe le due controparti, che non si potrà imporre come regola generale.

Nel caso di Aisha invece, il matrimonio formale sarebbe avvenuto per lei a 9 anni, mentre per la sua consumazione le fonti divergono. Quello che noi sappiamo, è che le più attendibili, quelle risalenti alle Genti della Casa, ci dicono di diciannove anni, ed io ricordo che mia nonna fu sposata, nel mondo cristiano tradizionale, a 16 anni, mentre altre fonti, delle quali non ci attardiamo qui a vagliare l’attendibilità, non essendo di nostra competenza, ci dicono invece di 9 anni. Ora anche a questo riguardo, per l’estremo inattendibile, varranno tutte le previe considerazioni sulla maturità sessuale.

Nel caso del Nunzio divino peraltro, che non aveva una folla di donne come Davide e Salomone, la pace su di loro, le sue 7 mogli erano tutte, tranne Aisha, giovane e bella, avanti negli anni, dalla bellezza sfiorita, alcune vedove di caduti nella lotta per la fede, o sposate per considerazioni di unità della comunità dei credenti, e così via dicendo. Questo a sfatare la malevolenza di che si attarda a ciarlare stupidamente di “stupro” di Aisha, e di “pedofilia” del Nunzio Divino. Calunnie immonde, e vergognose, di figuri squallidi, che noi affidiamo alla giustizia d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato.

Ricordiamo che anche Maria fu gravida di Gesù, il Verbo Divino, la pace su di loro, per volontà divina, in età giovanissima. Tanto da attirare la satira di un articolo di giornale, che metteva giustamente alla berlina la pretesa legislativa di sottrarre i bambini alle madri troppo giovani. Ma non certo d’impedire loro, dati i tempi sempre più radiosi di simulazione di una falsa moralità, di sottoporsi ad alcool, e droga, e fornicazioni varie, come già prima dicevamo, com’è per l’uso trionfante di questi nostri tempi tenebrosi e maledetti.

A questo riguardo taluni fratelli citano i matrimoni consumati in assai tenera età presso famiglie reali europee. A noi basterà ricordare la testimonianza illustre di William Shakspear, nella sua Giulietta e Romeo, dove si afferma che Giulietta sarebbe stata alquanto avanti negli anni, avendo compiuto i 13 anni, e non essendo ancora pervenuta ai quattordici, mentre talune sue coetanee sarebbero state sposate da anni, con tanto di più figli. Quindi, facendo i dovuti conti per difetto, matrimoni consumati anche prima degli 11 anni!

Che Iddio Altissimo ci guardi dall’ignoranza malevola! Altro che “stupro’’ di Aisha, altro “pedofilia del Nunzio Divino dell’Islam, ne inorridisco solo alla menzione. Senza tener conto della Vergine Maria, la pace su di lei, con la sua investitura divina, o della giovane Bersabea chiamata a consolare ed a riscaldare la vecchiaia di Davide, la pace su di lui, e così via dicendo. Applicando dunque una morale fasulla e pervertita, a cose che non vi hanno nulla a che fare, riferendosi solo alla corruttela trionfante dei contemporanei, che di matrimoni e di figli legittimi nulla vogliono saperne. Per costoro solo menzionarli sarà una bestemmia, ma contro il loro dio, contro quel Lucifero che li signoreggia!

E che dire, ancora inorridiamo, della pretesa ignobile, ma anche ridicola, di attribuire al Nunzio divino un desiderio insano per Maria Santissima sempre Vergine, addirittura post mortem, o dopo la sua assunzione, che non si sa bene come sarebbe stato consumato, per poi essere rinfacciato ai Cristiani, secondo il Sacro Corano i migliori amici dei credenti Musulmani, addirittura secondo un “tafsir”, un commento, in quanto tale completamente privo di autorità, a cominciare da un preteso Sant’Epifanio, e perché non anche San Pascasio, o Santa Cunegonda?

Il quale si sarebbe, per la sua pretesa reazione, guadagnato un improbabile martirio, maledicendo quel Nunzio Divino che avrebbe dovuto invece benedire solo a pensarlo, a prescindere da queste orrende e ridicole invenzioni propagandistiche? E che dire di Gesù, la pace su di lui, di cui s’ignora la menzione coranica per fare riferimento a certe narrazioni spurie, ne abbiamo lette tante, che quasi lo ridicolizzano, non facendo invece menzione di quell’Evangelo di Barnaba, da autori illustri come il Corbin ritenuto attendibile?

O Maria “sorella di Aronne”, con tanto di sghignazzi trionfanti, fatta qui confondere con quella Maria sorella di Aronne e di Mosè, la pace su di loro, cosa impossibile a quel tempo, sottolineando una discendenza o parentale, o di dignità, si a veda a questo medesimo riguardo la descrizione dell’ufficio di Zaccaria, parente di Maria, nel tempio, quindi un discendente di Aronne, la pace su di loro. Quindi una parentela non paterna, ma materna. O gli altri sghignazzi scomposti dovuti alla frequente non coincidenza dei Nomi coranici con quelli biblici?

Ed osserviamo qui la non coincidenza, a proposito di Gesù, la pace su di lui, delle due linee di discendenza riportate dagli Evangeli, che non ci scandalizzeranno, lungi da noi, e non ci faranno esultare con frizzi e lazzi, discendenze forse da attribuirsi, secondo i commentatori, ad una linea materna, e ad una da parte del padre putativo Giuseppe, vogliamo citarle entrambe, ma senza nessun dato probante, non spetta certo a noi. Tutte accuse ridicole queste, dettate da ignoranza o malafede, lo ripetiamo, nella loro ostentazione.

E che dire dell’assurda pretesa d’attribuire a Maestri giudei un’autorità probante in materia di Rivelazione islamica, come per i fatti delle Genti della Caverna, oppure del Bicorne, quasi fossero investiti d’autorità al posto del Nunzio Divino? “Chiedete a loro”, secondo il Sacro Corano, ma per che cosa? Qui ci si riferisce alla conferma delle scritture antecedenti, non all’insegnamento di Maestri umani, troppo umani, più o meno dotati che essi siano, conferma che spetta alla rivelazione coranica, ed al Nunzio Divino stesso.

Ed avevamo già detto in precedenza dello status dei depositari della Rivelazione, vale a dire della loro “stazione”, o stato trascendente, in arabo “maqām’’, e non stato transeunte, in arabo “ĥāl. Il che poco, e solo incidentalmente, come nel caso di Giuseppe, o di Daniele, la pace su di loro, avrà a che vedere con i sogni, entità meramente incidentali, per quanto significative. E come non ci sia per nulla da ridere a leggere “di’, lo spirito viene dal Signore”, il che ne esprimerà la stazione trascendente superna, e prima al cospetto d’Iddio Altissimo, che sia magnificato ed esaltato, come per l’Intelletto Primo.

Ma c’è dell’altro. Abbiamo avuto notizia, che in Italia sarebbero avvenite ultimamente risse coinvolgenti presunti musulmani. E sappiamo purtroppo che all’estero, nella fattispecie in Francia, in Germania, ed in Inghilterra, questi fatti sarebbero abituali nei suburbi delle grandi città. Ora il fatto sarà, che noi non andiamo a chiedere della religione di chi, compiendo certi atti, e non ci riferiamo qui solamente alle risse, si pone di fatto fuori da ogni religione. La cosa avrà a che vedere soltanto con la violenza ed il crimine, e null’altro.

Non c’interessa qui che siano negri africani, pretesi cristiani, o pagani, o sudamericani d’ascendenza cattolica o protestante, o asiatici d’altra religione. E diciamo dei sudamericani, per la deleteria invadenza della protestantizzazione in quel continente, oramai lasciato a sé stesso da squallidi giochi di potere e tradimenti, che un tempo era la roccaforte mondiale della cattolicità. Com’era stato anche ai tempi di quei Re cattolici, che si erano distinti nel mitigare le atroci condizioni dei popoli sottomessi. Cattolici imperiali, ed umani, superati i primi furori insani della conquista e della strage.

Basterà ad esempio ricordare e confrontare le condizioni degli schiavi negri e degli indigeni nei domini ispanici e portoghesi, ed in quelli anglosassoni, con la precoce abolizione della schiavitù in quelle prime terre, che portò a rivolta ed alla “libertà” del Texas schiavista, poi subito annesso all’abominio della confederazione stelle e strisce nord americana. E basti rammentare il grande rilievo pubblico assunto da alcuni indigeni nel centro e sud America, tra i quali primeggia il grande campione dell’indipendenza messicana, Benito Juarez.

Fatto sta, che si pretenderebbe, in primo luogo, un orientamento di ferocia antifemminile in talune almeno di quelle zuffe feroci, ed in secondo luogo, n loro legame ed una loro responsabilità addirittura da parte dell’Islam! Vi sarebbero di mezzo marocchini ed afgani, quindi sarà cosa dell’Islam, non sappiamo e non capiamo se e come statuita. A che cavilli ridicoli ed inverosimili potrà portare l’odio sorretto dall’ignoranza! Con questo ineccepibile modo di ragionare, dire che in Sicilia, in Calabria, a Napoli, in Corsica, a Marsiglia, in Irlanda vi sono gruppi mafiosi, essendo quelle terre a stragrande maggioranza cattoliche, sarebbe dire, che il cattolicesimo sarebbe causa della mafia.

Come se non vi fosse una mafia giudaica che avrebbe nientemeno finanziato l’orrendo abominio criminale sionista, il sedicente “Stato d’Israele”! Inoltre addirittura l’Islam sarebbe collegato con questi disordini non in quanto razziali o sociali, ma proprio perché vi andrebbero prese di mira le donne! Ora in questi disordini criminali andranno presi di mira un po’ tutti, non solo le donne, ed in secondo luogo quei disordini, inesistenti nei paesi d’origine, sarebbero semmai il frutto della segregazione razziale e sociale, come nel Nord America, non nel centro sud, e dello stato di diseducazione e di abbrutimento sociale in cui sono tenuti quei gruppi d’immigrati.

La cui scelta migliore sarebbe di non andarvi a tralignare, alla ricerca di un illusorio e fuorviante benessere. Ognuno dovrebbe avere il diritto, ed il dovere, di continuare a vivere nella sua terra, contribuendone allo sviluppo, alla grandezza, alla cultura, alla spiritualità, sulla scorta di quello che fu, in un passato neanche troppo remoto, conculcato dalle violenze e dallo sfruttamento peggio che bestiale della colonizzazione d’Occidente. Questo non soltanto nei paesi musulmani, ma anche in India, in Cina, in tutta l’Africa Nera, nel sud est dell’Asia, vale a dure, in buona parte delle terre emerse.

Senza andarsene in Europa, per poi essere o insultati, o perseguitati, o compatiti, o derisi. E qui si pretende nella fattispecie, che taluni li facciano, questi disordini, addirittura a caccia di donne! Perché non a caccia di cibo, come avvenne anni fa negli Stati Uniti d’America? Ma vi sarà un altro aspetto fuorviante assai simile. Il fatto sarà che, da alcuni anni a questa parte, si sono avuti altri, molti atti di violenza criminale, nei quali sono stati sovente implicati immigrati, spesso trattandosi purtroppo di pretesi e presunti musulmani. La cosa è stata da taluni squallidi figuri oltremodo propagandata e propalata, come se costoro ci avessero guadagnato chissà che cosa.

Ora fatto sta che, in occasione di tali deprecabilissimi eventi, molti sono stati i giornalisti che se ne sono andati ad inveire non contro la cristianità, cattolica o protestante, o contro gli indù, o i buddisti, o i pagani, coinvolti in casi consimili, ma contro i musulmani, o meglio, presunti tali, spesso contro tutti quanti, dei quali pretesi musulmani si andranno a deprecare, con particolari a volte raccapriccianti, le poco edificanti e disdicevolissime imprese. Tanto che una vecchiaccia ributtante, spesso in prima fila contro questo o quello, ha sentenziato che essi non avrebbero nessuna morale! E sì, ci sei già tu, come diceva Alberto Sordi a chi lo invitava ad andare a lavorare.

Ora a parte il fatto che noi siamo i primi a condannarli, invocando su di loro quella esemplare punizione severa che sarebbe in primo luogo a loro favore, se essi ne sapessero cogliere l’occasione, noi non ce ne andiamo certo ad invocare l’abominio contro la cattolicità italica, per via della torinese Doretta Graneris, per la friulana Rina Fort, per il veneto Pietro Maso, per il marito e la moglie di Erba. Sterminatori di intere famiglie, con tanto di padri, e madri, e fratelli, talora a bastonate, con estrema ferocia, per lo più per motivi assai futili.

O come quella ragazzetta, che pure inorridiva al ricordo della sua raccapricciante impresa, ispiratale dal suo drudo, e delle urla della madre e del fratellino, la quale proclamava solennemente il suo diritto a rifarsi una vita, intervistata e blandita dalla stampa come un’attricetta, nel nostro preteso civilissimo paese! Ricordando che nell’ultimo dei quattro casi precedenti quello di Erba, i trucidati, assieme alla madre, a bastonate, a causa dei loro pianti e le loro grida infantili, erano non ci ricordiamo quanti bambini in tenera età, figli di un immigrato nordafricano e di una donna italiana.

E ci qui scusiamo di avere dovuto citare i luoghi d’origine, e Piemonte, e Veneto, e Friuli, e Lombardia, che nulla hanno a che fare, assieme alla loro religione, coi delitti. Solo che nel caso di un arabo, o anche di un siciliano o calabrese, ci si sarebbe affrettati a metterli alla gogna in quanto tali, a metterne in rilievo l’origine, per attribuire la causa del tutto alla terra di nascita ed alla schiatta d’origine, nel caso degli arabi e musulmani, al loro “Islam senza morale”, come recita con voce da strega la ributtante vecchiaccia suddetta. Operazione tanto squallida, quanto falsificante, e triviale.

Per poi addirittura giungere a prendersela con il velo islamico, non si sa bene per quale ragione, almeno al suddetto proposito E noi abbiamo qui sottolineato l’attribuzione di molti dei fatti perversi a soggetti pretesi musulmani, mentre quelli da noi citati restano negletti, e sarebbe lungo solo enumerarli. Ed andiamo qui ad osservare, che in questi ultimi tempi questi fatti, che noi mettiamo in relazione con l’indifferenza morale e religiosa crescente della società occidentale, checché pretendano alcuni, si sono andati addirittura moltiplicando in Italia, nel nostro fortunato e felice paese, non solo ad opera d’immigrati.

Invadendo anche quel centro e sud che se ne presentava immune in passato, fatta salve le pretese inquinanti della falsa scienza alla Lombroso, massone e non sappiamo se giudeo. Fatto salvo il fatto oscuro e controverso del “mostro di Firenze”, a dispetto delle pretese conclusioni giudiziarie. Firenze guarda caso, luogo di diporto e di residenza di ricchi anglosassoni, od anglo giudei. Perché sono proprio le schiatte anglosassoni, con qualche rara eccezione, ma l’eccezione conferma la regola, la patria di certi misfatti, gli omicidi in serie.

Da Jack lo Squartatore, a Chesmann, fino ad un mostro di Firenze che potrebbe essere bene stato un residente inglese agiato ed influente, ed intoccabile, bene esperto in dissezione di cadaveri, non un oscuro ed ignorante contadino di Mercatale, sia pure con precedenti infamanti, o reali, od inventati di sana pianta che essi fossero, con i suoi “compagni di merende”, ancora più oscuri ed ignoranti di lui, con tanto di ridicole propensioni neofasciste, che lasciano il tempo che trovano, a gettare disdoro sui Giudici italiani.

Dicevamo poc’anzi, che certi fatti hanno portato, nel quadro di un’aggressione falsificante all’Islam ed a sue presunte leggi, inventate di sana pianta dai suoi nemici, ad un assalto protervo al velo islamico, ed in generale, alla donna musulmana. Tutti ricordano il gran baccano che si fece per la morte accidentale di una povera giovane, una curda iraniana, dopo il fermo di polizia per “cattivo velo”, si disse, cosa assai inverosimile laddove si tenga conto che da sempre, anche dopo la Rivoluzione Islamica, chi non vuole, non porta il velo, giovani od anziane che siano, pur trattandosi di una minoranza.

La giovane venne dunque arrestata, non sappiamo bene perché, forse anche indebitamente, forse per un alterco con la Polizia Religiosa. Ma noi non abbiamo, o forse meglio avevamo, la nostra buoncostume, che arrivava a fermare chi si baciava in pubblico? La cosa veniva a scatenare in Occidente una reazione furiosa, alla testa della quale si metteva una sentina di donne sviate, o fallite, o fuori uso, citiamo qui ancora Giulius Evola, a narrare le invenzioni, loro od altrui, sull’Iran Islamico, con tanto di pianti, gemiti strani, ed urla fiere.

Ora in primo luogo, io che ho la fortuna di viverci, essendone orgoglioso, ed ammirandone la Legge, scaturigine divina, misurata e sapiente, posso ben testimoniare, che quello che si asserisce sulla morte della povera giovane non risponde per nulla alla realtà di fatto. La giovane morì, lo mostrano tutte le riprese, non a bastonate, come i bimbi di Erba, o le vittime della Fort, in un centro di polizia, cadendo esanime a terra dopo una discussione, per un malore dovuto ad un suo vecchio male, un tumore al cervello, di cui soffriva sin da bambina, Immagini debitamente ed opportunamente occultate in Occidente.

Altro che affermare falsamente che in Iran si viene trucidati a bastonate per un cattivo velo! La mia giovanissima figlia, 15 anni, nella nostra religiosissima famiglia, il velo talora non lo indossa con le amiche, e nessuno le ha mai fatto o detto niente. Altro che l’indignazione di simulatore fallito e prezzolato che col suo ghigno deforme luciferino inveisce contro l’Imam Khomeini, e l’Iran Islamico. Altro che i due buffoncelli che si permettono di sentenziare della differenza tra Milano, terra di libertà, e Teheran, terra di oppressione.

Io sono stato a Milano, città in cui ho avuto la disgrazia di vivere, ed a Shiraz, città in cui ho la fortuna di vivere, ed ho visto le nudità semifemminee, semiferine e serpentine della Malpensa, tra donne mezze nude, “che van mostrando con le poppe il petto”, quelle “sfacciate donne” di cui diceva Dante al suo tempo, e la compostezza, e l’eleganza, e la bellezza delle donne di Shiraz, là scendo dall’aereo, dell’ambiente puro e sano che vi regna, i segni santi messivi in mostra, la correttezza delle Guardie, i famigerati Guardiani della Rivoluzione nientemeno, che vi assicurano l’ordine.

E questi buffoncelli prezzolati, a compiacere chi li paga lautamente, si permettono di sentenziare, che “tradurre” sic, il Verbo d’Iddio Altissimo, significherebbe “tradirlo” sic !!??Andate ad istruirvi, ignoranti che siete, coi vostri suggeritori. Il Verbo d’Iddio non lo si traduce, fatti salvi i traslati, la cosiddetta “parafrasi”, ma bensì lo si “interpreta”, vale a dire, espone e spiega, in arabo il “tafsir”, che nulla ha a che vedere con il “detto”, la “narrazione”, in arabo “ĥadiŧ”, come prima dicevamo, con una radice originale che ha a che vedere con l’“esame dell’orina”, oppure anche, come ci era stato spiegato in passato, come trarre qualcosa dall’interno all’esterno, come un feto da una placenta.

Tradurre il Verbo Divino? No e poi no. Ma enuclearne il significato, sino ai suoi livelli esistenziali superiori, questo sì. Altro che tradimenti e bastonate! Altro che donne oppresse e conculcate! Godessero le sventurate donne d’Occidente dei diritti di quelle musulmane! Ma di questo diremo oltre. Per ora basti rilevare come le falsificazioni, i pianti simulatori, i gemiti strani, come quelli delle Arpie dell’Inferno dantesco, le urla fiere, a nulla porteranno se non di momentaneo, perché dice il Sacro Corano, che il falso è destinato a svanire.

Non diciamo qui oltre del senso delle menzogne e delle calunnie di quegli stessi che fuggirono dall’Iran al seguito dei torturatori della Polizia di regime, e dei manutengoli del falso Sovrano Cesta d’Asino, il Re degli Inglesi, poi degli Americani, tutti stracarichi di danaro, e dei vari figuri dagli stessi prezzolati alla bisogna. Tutta una banda di mercenari pronti a vendere od a combattere contro l’Islam e la Patria per qualche spicciolo. Quelli che chiedono ai loro capi paganti ed ispiratori di andare a liberare l’Iran nientedimeno!

Dicevamo dunque, che i fatti in questione hanno portato ad un’ondata rabbiosa e senza precedenti di menzogne e calunnie propagandistiche, che vanno aumentando di anno in anno, vale a dire da quando, grazie al messaggio ispirato dell’Imam Khomeini, il preteso e presunto bastonatore, l’Islam non è più un gingillo al servizio della colonizzazione pubblica e culturale d’Occidente, per il tramite di qualche regolo beduino arricchito, “i più pertinaci nella miscredenza e nella simulazione”, come recita il Sacro Corano.

Dicevamo dunque di “falsificazione”. Questa dai livelli più elevati, si adopera vanamente per sostituire ai significati successivi dei vari livelli esistenziali un mero traslato, la cosiddetta “allegoria”, per dirla più usualmente all’ellenica, che succede al salire ed al discendere dei vari livelli dell’essere, una mera sostituzione fondata sull’assimilazione di somiglianza esteriore, sino più in giù, alla sostituzione di un senso con un altro per via di un mero arbitrio individuale. Questo al fine di arrivare a dare dei significati confacentesi a quelle che saranno le nostre velleitarie e deprecabili falsificazioni.

Dicevamo dunque, che nei confronti dell’Islam questa viene ad essere una vicenda alquanto vecchia, legata alle sue stesse origini, che coinvolge ai nostri giorni baldracchette e baldraccone, più o meno stagionate, o pretesi intellettuali, a dire il vero da strapazzo, com’era un prete fallito, spretato e riprestato, passato da tempo a peggior vita. Per lo più donne, già dicevamo, sviate, o fallite, o fuori uso. Con tanto i riconoscimenti, in alcuni casi, per le loro pessime e sconce prestazioni letterarie. Donne discinte e plastificate, con tanto di poppe in bella mostra sul petto, ululanti nella loro furia ferina invasata, com’è purtroppo talora per certe poco edificanti attitudini del loro pur nobilissimo sesso.

Ora se una prima falsificazione avrà un’evidente prospettiva luciferina d’inversione ed alterazione, una seconda, sebbene assai più banale, avrà ancora un siffatto finale involutivo, ma applicato qui ed ora, al nostro livello d’esistenza, ad alterarlo in un impossibile e disperato tentativo d’inversione, nel senso di toglierlo alla nostra discendenza divina. Abbiamo visto taluni sprovveduti, a digiuno di arabo e di intelligenza, mettere al posto dell’arte divina, che trae il bene dal male, un preteso “inganno” che lascia il tempo che trova.

Ma questo male, sarà o circoscritto e specifico, oppure verrà ad essere alcunché d’assai più generale, come ad esempio per quello che si venne a dire per Dante e Virgilio durante il loro transito da una delle Malebolge, quando fu loro detto da un dannato, che citava un passo dell’Evangelo di Giovanni, di avere sentito narrare di Lucifero “vizi assai, tra i quali ch’egli è bugiardo, e padre di menzogna”. Essendo questa una generalizzazione del singolo fatto, la quale lo porterà ad avere una portata esistenziale assai maggiore.

Dicevamo che questa tendenza verrà ad essere nel suo complesso assai generale, coinvolgendo la contraffazione di natura, vale a dire, della creazione stessa divina, nel tentativo di volgerla a quello a cui essa non potrà mai essere in nessun modo volta, vale a dire, al tentativo infernale dell’”Imperator” del doloroso regno” di emergere dal precipizio della sua voragine, per imporsi a tutto il nostro mondo, al nostro basso dominio esistenziale, e questo non solamente per taluni poteri pur concessigli dall’Altissimo.

A questo medesimo riguardo, vorremmo qui incentrare la nostra attenzione su un aspetto, quello della donna, che peraltro coinvolge ogni comunità ed ogni religione, non soltanto quelle islamiche. Per quello che concerne la donna, ella sarà certamente uno dei bersagli preferiti di queste mene perverse, del che avevamo già detto poc’anzi qualcosa. Ora il nostro discorso si vuole fare più generale. Ed incominceremo dalla nudità donnesca, che sarà davvero un grimaldello infernale per tentare di porla dalla parte di Lucifero.

Abbiamo già detto dei nostri viaggi, a Milano, a Roma, a Teheran, a Shiraz, e del ben diverso ambiente femminile delle prime, e delle seconde città, sia pure con qualche screzio, di tempo in tempo, dovuto al suddetto tentativo di dominazione luciferina mondiale. Abbiamo visto e sentito una donnicciola, o meglio, una femminuccia insulsa, col petto aperto quasi sino alla congiunzione delle due mammelle, con una croce sopra nientemeno, sentendola vomitare le sue calunnie varie, coinvolgenti tra l’altro, anche le donne musulmane.

Ora noi non sappiamo a quale confessione cristiana, o piuttosto, cristo giudaica, date le sue esternazioni pietose, ella appartenga. Non sappiamo se i protestanti, che accusano maldestramente i cattolici d’adorare santi, e Madonne, ed ostie, consacrate queste, forse non lo sanno, forse Lutero e Calvino non glielo hanno detto, accettano il segno della Croce, quella stessa che noi manteniamo nella cappelletta privata della nostra antica dimora di famiglia, che un tempo veniva prestata, oggi non più, per la processione della Settimana Santa.

Abbiamo letto che Calvino, non sappiamo se anche Lutero, nel suo furore iconoclasta, contro le immagini sacre, avrebbe rifiutato anche quel segno, sostituendogli il XP, il monogramma di Cristo, all’ingresso di Ginevra, dopo avere fatto gettare nel Rodano le reliquie di san Pietro e Sant’Antonio, reliquie che noi, seguaci dell’Islam della Famiglia del Nunzio Divino, del che meniamo vanto, conserviamo rispettosamente in quella nostra dimora avita. E notiamo peraltro come questo segno spesso sia assente dalle sepolture del Nord America.

Quindi non sappiamo qui a rigore dove volgerci. Solo osserviamo che le croci, come tutte le immagini sacre, sono oggetto di culto che l’Islam, a differenza di Calvino, che nulla ne capiva, rispettò sempre, pur non accettandole, tanto che un autore famoso riferisce che il Nunzio dell’Islam avrebbe protetto un’immagine di Maria, la pace su di lei, sita nella Kaba, dalla distruzione riservata ai simulacri fallaci. Così come l’Islam lodò e protesse sempre, seppure rifiutandoli, i conventi dei frati, a differenza del protestantesimo, si veda ancora Calvino, il quale giunse a scacciarli tutti da Ginevra.

Ora la femmina suddetta, o femminuccia, non certo donna, perché la femmina sarà tale anche di una bestia, o belva, la donna invece, dal latino “domina”, vale a dire “signora”, da cui ‘’madonna’’ in generale, “mia signora”, essendo solamente umana, facendosi scudo di quella povera curda iraniana morta accidentalmente, della quale abbiamo rivelato poc’anzi l’arcano, le dedica parte del lussureggiare delle sue farneticazioni, addirittura giungendo ad intitolarle uno dei suoi sproloqui peggiori, nel quale vaneggia, con tanto d’insulti gratuiti e ripetuti, della pretesa stupidità ed ignoranza della donna musulmana.

Ora chi scrive, siccome l’aveva già sottolineato in precedenza, ha la fortuna ed il privilegio di vivere da vari anni proprio nell’Iran Islamico, sotto la sua Legge, e di donne musulmane, non vane femminucce, ne ha conosciute a iosa, a cominciare dalla moglie, docente universitaria di giurisprudenza, quindi anche di diritto islamico, una donna nientemeno! Con anche una cognata dottoressa in medicina, ed un’altra cognata anch’essa laureata in giurisprudenza, in università molto più serie di quelle italiane, vale la pena sottolinearlo.

Tutt’altro che povere sprovvedute dunque. Mia figlia quindicenne studia nientemeno che in un istituto d’arte, in Iran! Ma chi sei tu per permetterti questi insulti? Vattene per le vie di Milano, dal centro ai suburbi, vattene alla stazione o alla Malpensa ad ammirare le ineleganze serpentine e le mezze nudità messe in mostra delle sventurate occidentali, presunte o pretese emancipate. Emancipate da chi, e da che cosa? Forse da Iddio Altissimo e dalla sua Legge? Forse da una qualsiasivoglia legge, anche solo umana e deviata?

Sventurate sì, perché in primo luogo vittime della loro e dell’altrui ignoranza o malafede. Solo che non se ne vanno a pontificare ex cathedra, ghignando sinistramente contro quello che dovrebbero invece in primo luogo ammirare, e se possibile imitare. Il Sacro Corano recita, che “l’uomo è superiore alla donna”. Quale orrore! In tutte le cose di natura, a vari livelli, ci sarà sempre un più ed un meno. Se mi diranno che il mio datore di lavoro mi sarà superiore, certo non mi scandalizzerò. Il fatto sarà che la cosa si riferirà ad un che di esteriore.

Sì di esteriore, non scandalizzatevi, perché “a loro, quel che da loro”, sempre dal Sacro Corano, quanto a quello che avrà a che vedere con la natura percettibile, il resto appartiene ad Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato. A Lui appartiene che uno o una abbiano un livello interno, o meglio occulto, perché una cosa sarà l’apparente, in arabo “žāir”, altro quello che rimane nascosto ai nostri sensi corporei, in arabo “bātin”, che andrà percepito, e qui ci riferiamo alla notazione latina di “prehendere”, con la nostra intelligenza, quella alla quale ripetutamente il Sacro Corano fa riferimento.

“Ma non capite?”, “Ma non avete intelletto?”, “Ma non comprendete?”. E così via dicendo. Sarà questa la chiave di comprensione di una situazione che ci permettiamo di definire “naturale”, altrimenti del tutto inintelligibile. La Nonna di mia moglie rispettata e venerata da uomini e da donne, insegnava pubblicamente Corano e dottrine sapienziali, il suo sepolcro è ancora riverito, luogo di richiesta d’intercessione nel Cospetto Divino. Sarebbe questa la donna stupida ed ignorante? Ma tu non sei di certo stupida ed ignorante, tu che te ne vai da improbabili Maestri giudei a chiedere lumi. Ma da quali?

O forse noi abbiamo sulla stupidità concezioni assai diverse. Sarà possibile? Sarà stupida chi segue una legge di conformità alla propria natura, di modo che ella sia donna, non altro, o chi si trasforma in vario modo, nel palese, e nell’occulto, alterandosi e sfigurandosi, anteponendosi vanamente a checchessia, o invece conquistandosi un’autorità reale, non quella fittizia di chi crede che tutto gli sia dovuto, senza potere in realtà niente? E perché insultare? Mettiamo alla prova la loro superiorità ed inferiorità, così vedremo.

Quello che dicevo riguardava la menzogna, vale a dire, il tentativo d’alterare all’inverosimile la realtà creata divinamente di natura, per tentare di prodursi velleitariamente un mondo che sia all’opposto di quello disceso dalla trascendenza, anche se poi tutto, a suo modo discende dalla trascendenza. Ora perché venirci a da dire che nelle moschee si pregherebbe per la distruzione dei non musulmani? Perché venirci a dire che nel Sacro Corano si affermerebbe che essi verranno trasformati in porci, o scimmie o cani?

Nulla di più falso, tranne che nel caso di quei Giudei che non osservavano il Sabato, che Mosè, la pace sudi lui, condannava alla lapidazione. Sorte in cui i poveri animali certamente ci persero, invece di guadagnarci’. Mai sentito o letto nulla di simile. Semmai rispettiamo un poco i poveri animali, a volte assai più nobili, in ogni caso assai più dignitosi di quell’uomo ridottosi all’infimo dell’abiezione, questo sì, è stato detto, ed è evidente, per infliggere loro assimilazioni ad alcunché a cui si sono resi superiori.

Certo invocare sull’entità criminale sionista, il sedicente Stato d’Israele, la punizione di Kaybar, non sarà certo fuori luogo né ingiusto. Ricordiamo che a Kaybar prima della punizione finale Alì la pace su di lui, avrebbe ucciso in battaglia in una sola giornata circa 500 combattenti giudei. E perché venirci a dire che il popolo palestinese non sarebbe mai esistito, non avendo esso avuto Presidenti, o Re, o Generali, mentre esiste, secondo la Bibbia, sin dai tempi di Abramo, ed Isacco, e Giacobbe, essendovi i Figli d’Israele una minoranza ospitata? I Filistei, ovverosia i Palestinesi antichi, ed i Cananei chi erano mai?

Perché dire di stragi subite dal popolo giudaico in Palestina senza menzionare quelle dei cananei, seppure pagani, o quella a cui il Re persiano Cosroe, loro alleato, fece sottoporre per loro mano i cristiani di Palestina? Andrebbero dunque dispersi e sterminati, per mezzo di quei meravigliosi pretesi rappresentanti della specie umana? E lasciamo da parte le varie stragi Pontificie in varie parti del mondo, forse non abbiano a che fare con una cattolica, ma la cosa non cambierebbe di molto, date le non edificanti imprese dei protestanti.

Semmai io ho sentito odio proprio da parte giudaica, andate ad ascoltarvi le esternazioni pietose dei capi dell’attuale sedicente “Stato d’Israele”, e talora purtroppo anche di certi cristiani deviati. Ora i Giudei, ed Ebrei, lasciarono la Palestina non perché vi fossero costretti da alcuni, nella fattispecie dopo la guerra giudaica e la distruzione del Tempio da parte di Tito Imperatore, ma assai prima, per loro scelta, seguendo un andamento che era incominciato con i Sovrani ellenististici, e che aveva portato alla traduzione in lingua ellenica della Bibbia dei Settanta ad Alessandria, da una oramai ignorata dagli immigrati.

Tanto che al tempo di Adriano vi fu un’altra sanguinosa rivolta giudaica in Palestina, e poi ancora un’altra al tempo di Traiano, sempre fomentate dagli “zelati”, aspramente biasimata da Giuseppe Flavio, il Moni Ovadia di quel tempo, o viceversa, sospinte dall’esaltazione messianica mondana di quei fanatici. Domineremo il mondo intero! Ne avremo tutte le ricchezze! Saremo divinificati ed adorati! Non che saremo tutti ricondotti a Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, ed alla sua Legge Santissima, dalla quale ci ostiniamo a fuggire.

Nulla si dice peraltro dell’ostilità tra Cristiani e Giudei, che ha portato ai due eccessi opposti della violenza settaria, e dell’acquiescenza supina, sospinta quest’ultima dalle mene secolari massoniche, che hanno visto reputare i Cristiani, si vedano le posizioni del cardinale Bea, ma non certo i Musulmani, responsabili di tutte le stragi, delle violenze, delle persecuzioni di cui i Giudei sarebbero stati vittime in Occidente da Teodosio in poi, sospinte da una taccia di deicidio, che qualcosa di vero potrebbe pur sempre avere.

La condanna di Gesù, la pace su di lui, fu pronunziata da un tribunale sacerdotale giudaico, legittimo ed addirittura centrale per loro, e solamente dopo convalidata, peraltro sotto pressione, dal tribunale romano competente. E non ci risulta che in nessun modo questa medesima condanna, posto che essa sia stata consumata, come reputano i Cristiani, oppure no, come sostengono invece i Musulmani, quanto alla sua assunzione in Cielo, sia stata mai rivista o cancellata, laonde sarebbe tuttora valida, in entrambi i due casi suddetti.

Ma l’ostilità, almeno a livello popolare, non riguardava cristiani e musulmani. Bisogna osservare che da parte di questi ultimi vi fu sempre rispetto ed acquiescenza, al di là dei conflitti armati, e delle sobillazioni papesche, il che si fonda sul verso coranico che recita, che “i Cristiani sono i migliori amici dei credenti”. E noi nulla sappiamo di eventuali pretesi abusi, nella fattispecie nel Pakistan, abusi che, se fossero reali, andranno severamente condannati e perseguiti, come contrari ai fondamenti della fede. E nulla qui diciamo dei Takfiri, creati dagli occidentali, e loro copia conforme e manutengoli.

Le violenze, non solo contro gli ebrei, riguardano semmai quel mondo cristiano, che mai s’astenne da abusi d’ogni sorta contro chicchessia, che estirpò l’Islam dalla Spagna dopo essere stato trattato con benevolenza, e le violenze e le persecuzioni dell’Ellade riguardano semmai un’insurrezione che vide eccessi da entrambe le parti, fomentata dalla massoneria occidentale da una parte, e proprio dall’infiltrazione giudaica dall’altra, da Sabati Zevi ai Giovani Turchi, per portare, com’ebbe a dirmi un amico greco ortodosso, alla costituzione di uno staterello framassonico, governato talora da cattolici fanatici.

Si leggano le opere dell’ortodosso Romanides, che afferma fu una fortuna che, dopo la ritirata ottomana, il monte Athos, centro spirituale della cristianità d’Oriente, non venisse sottoposto all’autorità del nuovo governo greco, e che confronta la situazione dell’Ortodossia prima, e dopo, assai infelice questa, l’uscita dei musulmani dalla Sicilia. Senza che nulla possa giustificare le violenze, le stragi, il genocidio perpetrato ai danni del popolo palestinese prima e dopo il 1948, a partire dalla caduta dell’Impero Ottomano.

E ricordiamo che i palestinesi sono tuttora per almeno un terzo cristiani. Ricordiamo che alcuni dei campioni della lotta a quell’entità genocidi che li opprime erano cristiani, come George Habbash, che si oppose ai tradimenti di Arafat, ed il Vescovo Capucci, incarcerato esiliato dagli oppressori. E com’erano per un terzo cristiane le popolazioni dell’Impero Ottomano, decimate poi non dall’Islam, ma dai governi secolari d’ispirazione occidentale, avendo le stragi armene a che vedere con quei Giovani Turchi d’ispirazione giudaica. Ed a nulla vale menzionare Kaybar, invocata dai combattenti musulmani contro i giudei usurpatori, ed oppressori, e i traditori, al tempo del Nunzio Divino e di Alì, la pace su di loro, non certo contro tutti gli Ebrei, o meglio, non contro quegli Ebrei che noi distinguiamo dai Giudei.

Meglio sarebbe menzionare le minacce giudaiche, ancora più che contro l’Islam, contro il mondo intero, da parte di quel “popolo dio” che pretende di dominare il mondo, che si pretende divinificato da un genocidio, da una pretesa arsione, elevata ad evento sacrificale, in buona parte inventato, che nelle sue cerimonie caricaturali giunge, a mo’ di bestemmia, ad inveire contro quell’Iddio, sia magnificato ed esaltato, al quale pretende di essersi sostituito. Questi sono i Giudei lo ripetiamo, non gli Ebrei seguaci della Legge di Mosè, che rispettiamo di tutto cuore con i loro immensi tesori spirituali, quelli che oggi si battono al nostro fianco contro l’abominio sionista.

Ricordiamo che all’inizio sia secolari che religiosi furono del tutto contrari al costituirsi dell’abominio dell’entità criminale dei Savi di Sion, con il loro documento preteso falso, ma verificato dai fatti, del sedicente, ed illegittimo, ed inesistente stato d’Israele, senza un territorio definito, non fosse forse il “Grande Israele”, senza popolo definito, forse tutti i Giudei, ma non ebrei, del mondo, sefarditi ed aschenaziti, semiti figli di Giacobbe, e turchi cagiari, Falascia abissini di pelle nera, o escrescenze germaniche di alti, biondi e robusti alla Kirk Douglas.

Ma senza che il resto d’Israele, vale a dire i legittimi seguaci dell’Altissimo e del Suo Servo Mosè, la pace su di lui, così come anche i secolari in buona fede, abbiano nulla a che fare con quell’abominazione sanguinaria, che tutti rischia di travolgere sino a quell’Anticristo, quell’Impostore, che noi sappiamo che verrà alfine debellato con tutte le sue escrescenze, per promessa divina, da Gesù, e dalla Guida Attesa dei credenti, la pace su di loro due, che Iddio, sia magnificato ed esaltato, ce ne voglia affrettare la manifestazione gloriosa.

No di certo, e questa è la promessa divina, il mondo, l’umanità non si ridurranno all’ammasso informe dei servi immondi dei liberti dei figli di Giuda Iscariota, il mondo sarà liberato, a cominciare da tutti quegli Ebrei sinceri e coraggiosi che ai nostri giorni, rischiando del proprio, si battono con noi contro questo abominio infernale, e vanno proclamando, contro ogni minaccia, contro ogni abuso, contro ogni perversione, la verità, che non è se non quella d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, e della Sua Santa Legge.

No di certo, noi preferiremo sempre un mondo di donne velate, checché ne dica un’altra squallida femminuccia ossessa e sconciamente ululante, per giunta impegnata nella vita pubblica del Bel Paese, a fare propaganda ai suoi abomini, preferiremo un mondo di donne caste e belle, intelligenti e dignitose, forti e valenti ad un mondo invertito di baldracche sconce, di lesbiche ripugnanti, tutte svestite, ed ai loro bastardi infidi. E siamo convinti che, alla fine, Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, ci concederà questa grazia.

Ora sarà anche cosa buona e giusta trattare di un’altra questione di sommo momento, sommamente legata con quanto avevamo detto da ultimo. Si tratta della questione del castigo. Non vogliamo riferirci in questa sede ad alcuni passi cruciali e spinosi dell’Antico Testamento, non sarebbe certamente di nostra competenza. Solamente che anche il Sacro Corano contiene taluni passaggi, i quali potrebbero destare a prima vista sconcerto, ad una lettura superficiale e disattenta. Qui non vogliamo riferirci certo ad immaginarie trasformazioni in scimmie e porci di tutti i miscredenti, di cui avevamo detto sopra.

In vari passi del Sacro Corano, si commina nell’al di là ad ingiusti e peccatori un amaro destino, e nel Giorno del Giudizio, e nella barriera intermedia, il “barzakh”, che lo precede. Altre pene saranno invece inferte in questo stesso nostro mondo. Vogliamo qui dire in particolare di due passaggi, l’uno dei due riservato alla donna, nel quale si raccomanda, in caso di insubordinazione pertinace, addirittura di “batterla”. Orrore, orrore! A questo medesimo riguardo, sarà necessario considerare in generale il senso delle punizioni.

Per le quali si andrà da quelle corporee, come nel caso della fustigazione dei fornicatori, fustigazione in uso anche in Inghilterra, almeno sino ad un passato recente, e del taglio della mano ai ladri, a quelle che potremmo definire “simboliche”, nel senso di accennare ad alcunché di meritato in linea di massima, ma che mai verranno applicate, come l’amputazione o la crocifissione riservate ai nemici d’Iddio, sia magnificato ed esaltato, e del Suo Nunzio, od a quanti seminano la corruzione sulla terra, od a quelle riservate al giorno del giudizio, di cui dicevamo poc’anzi, od alla residenza nella dimora intermedia.

Le prime punizioni sono riservate ai Giudici, solo ai legittimi Giudici, quelli autorizzati, anche addirittura da un legittimo Governo Islamico. Fustigare i fornicatori, lapidare gli adulteri, anche battere una sposa ritrosa, prima dell’estremo del divorzio, la cosa meno gradita ad Iddio Altissimo tra quelle lecite, sono pene che solamente un Giudice legittimo potrà comminare. Ma in generale, mai e poi mai alzare le mani su una donna. Sono queste pene dovute sì, ma estreme e riservate. Possiamo citare a questo riguardo nell’orbe cattolico, certe pene riservate al Pontefice Romano. Trattandosi di casi eccezionali, dovuti alla conservazione della fede, mai arbitrari o personali.

Il Corano non può essere né interpretato ad personam, né tantomeno applicato. Non siamo protestanti, ispirati individualmente da un qualche Spirito Santo, non abbiamo un arbitrario ”libero esame”, la nostra sarà una legge riservata in primo luogo ai suoi legittimi interpreti, vale a dire ai Puri Imam, a cominciare dal Nunzio Divino, ed a quelli da lui autorizzati, con una catena di trasmissione di autorizzazioni che risalgono a loro, e da questi passano ai Sapienti, ai Giudici che da loro, vale a dire dalla comunità che rappresentano per Volontà Divina, ed a maggior ragione dal Governo Islamico, sono autorizzarti.

Nulla più, nulla meno, in linea di principio. Tanto che alcune pene sanno riservate, come la lapidazione. A ciò si aggiunga che certi reati saranno meramente significativi, nel senso di riferirsi ad un peccato, che sarà poi difficilissimo, se non impossibile dimostrare, come per l’adulterio. Che richiede nientemeno che la presenza di un fedele devoto alla penetrazione! E qui ci immaginiamo i frizzi ed i lazzi di tutti color che queste cose, che distruggono l’uomo e la comunità, le ritengono assolutamente normali, come l’adulterio.

Difficile provarli, come dicevamo. Perché vi sono condizioni vincolanti, a cominciare dalla probità di chi testimonia, senza che venga accettata la testimonianza di un delinquente o di un ubriacone, dal fatto che in certi casi sarà quasi impossibile, come per l’adulterio, assistere all’atto, vale a dire alla penetrazione del pene nella vulva, senza peccare. Potremo dire, che si tratterà di eccezioni, che confermeranno la regola effettuale, per cui alcunché di siffatto sarà quasi inesistente. Fatta salva la presenza a giudicare, di un sapiente legittimo, vale a dire, capace ed autorizzato alla deduzione giuridica.

Se poi si preferirà, all’anglosassone, una “common law”, ci si scusi il barbarismo, una “legge comune” inventata di sana pianta, con le sue pene, da giudici ignorantissimi e corrottissimi, magari eletti dalle corruttele locali, e prescelti in concorsi fondati sul favore e sull’ignoranza, o aizzare campagne di opinione a favore di una donna adultera e omicida, reati per taluni “ridicoli”, come abbiamo sentito definire il primo, ed in ogni caso veniali, oppure si preferirà, pur con la clausola del perdono, condannare severamente delitti orribili, come quelli delle stragi familiari, ebbene si faccia.

Si preferirà una legge arbitraria inventata, oppure una scienza esatta fondata su principi esatti ed incontrovertibili, con regole esatte ed incontrovertibili, come quella Islamica, o come fu in passato anche quella Romana? Ebbene tutti abbiamo sotto gli occhi gli effetti perversi, gli orrori di una scelta siffatta. Dunque sarà assolutamente proibito, tranne che per eccezioni e condizioni giuridiche suddette, picchiare una donna, al contrario di come si fa abitualmente in Occidente. Sostenere altro sarà mera insipienza o malafede.

Ed inoltre certe pene, di cui si fa pure menzione nel Sacro Corano, come quella di chi combatte Contro Iddio Altissimo, ed il Nunzio, saranno mere significazioni di un abominio, e giammai verranno applicate in quanto tali, bastando in questo caso il fatto stesso come punizione estrema, senza bisogno d’altro. Quanto poi a quelle d’indole riservate al post mortem, ed al Giorno del Giudizio Finale, non sarà certo questa la sede per trattarne. Perché la Legge avrà anche, se non soprattutto, un aspetto punitivo e conculcante.

“Jabbar”, “colui che conculca”, è addirittura uno dei Nomi d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato. Pene che riguardano non soltanto le bassure infernali del post mortem, ma anche questo nostro basso mondo presente, nel quale si rendono necessarie, nel senso del contrappasso ed equilibrio esistenziale, e dell’eventuale ravvedimento, almeno per chi sappia trarne profitto, anche e soprattutto, quantunque quest’ultimo abbia ad essere un caso alquanto raro, nel caso della oramai vituperatissima, ma essenziale pena capitale.

Tutto questo, fatta salva la clausola del perdono, espressamente coranica, riservata o al leso, oppure agli stretti congiunti della vittima, che si acquisteranno così merito presso Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato. Ce ne rendiamo conto, questo mondo è un altro mondo, oramai del tutto inusitato per i più, anche per certi uomini di fede, anzi di poca fede, e purtroppo questo avviene pure nel mondo musulmano, il quale se ne dovrebbe fare vessillifero e mallevadore, senza giungere a farsi invece irretire da altro.

Non sarà poi dato ad una credente, orrore, orrore, di sposare un miscredente. Per ragioni in primo luogo di protezione, com’è stato giustamente osservato, per via di quella preminenza ad extra dell’uomo sulla donna, che la porterebbe facilmente ad accettare la religione del marito, come peraltro accade per il matrimonio religioso cattolico, non quello civile, o come avveniva nell’Antico testamento, od anche in Occidente, più recentemente, sotto un altro riguardo, dopo le guerre tra Cattolici e Protestanti, secondo la norma del “cuis regio, huius religio”, la religione sarà quella del Signore di quella terra.

Resta solo l’inversione, con tanto di calunnie e menzogne, quali quelle delle quali siamo andati sin qui dicendo e trattando, riservata a quel mondo di Giuda, e ne abbiamo già sopra spiegato il senso, ovverosia ai Giudei ai quali invece, a modo di stirpe superiore, in un senso non corporeo, siccome dicevamo, ma elettivo e poi ereditario, andranno riservati tutti i privilegi del mondo, a cominciare da quello della vendetta, feroce ed assoluta, non della giustizia, lo si noti bene, e della menzogna costitutiva, e dell’inversione infera.

Tanto che oggi ci ritroviamo di fronte ad un mondo cristogiudaico, e persino cattogiudaico, non riferendoci qui soltanto a quel protestantesimo, per lo più statunitense, e ignorante, e settario, e furioso, che discende più da Calvino, che ne aveva preso a modello l’usura, che da quel Lutero, che pure aveva aspramente biasimato i Giudei, dopo avere tentato di convertirli alla sua fede. Cattogiudaismo prodotto dallo sfaldamento del Concilio Vaticano Secondo, che in nome di un amore male illuminato, se ne va per il mondo a lodare ogni abominio, per biasimare ogni qualsivoglia tentativo di fondarsi su di un doveroso discernimento intellettuale, capace di discernere il grano dal loglio.

E non si creda che i giochi siano fatti, e che tutto questo debba significare che il Sacro Corano, che ci dice che la loro inimicizia andrà avanti fino alla fine dei tempi, abbia torto. Non riusciamo a capire che cosa, nella falsa cristianità Calvino massonica degli Stati Uniti d’America, od in quella parimenti massonica, ridotta ad una vana protuberanza di una regalità profana quale quella degli Hanover tedeschi, usurpatori del soglio dell’ultimo Stuart, cattolico e britannico, ci sia di cristiano, da Benjamin Disraeli, all’AIPAC. Forse non esiste più cristianità, ridotta ad un’escrescenza del Giudaismo.

Forse quell’inimicizia sarà appannaggio di parte giudaica, di quelli che non si trattengono, per le vie di quella Palestina da loro occupata ed usurpata, dallo sputare in faccia a quei cristiani, palestinesi e non, che facciano mostra dei loro segni. Forse quest’odio non lo deporranno, i Giudei, i falsi Ebrei, neanche quando avranno fatto scempio di quegli stessi che oggi li armano a danno dei Musulmani, quelli veri, non simulatori, in attesa che ne venga emesso il verdetto, in particolare da parte di coloro che fino alla fine avranno saputo mantenersi fedeli alla Legge di Mosè, la pace su di lui, senza conculcare e fare violenza ad alcuno. Perché quelli, lo hanno dimostrato, vivono d’odio.

Noi non viviamo d’odio, non ricordiamo l’odio per Gesù, non andando ad imporre le nostre insegne in nessun loro luogo, com’essi hanno fatto invece con l’Arco di Tito con la “menorah”. Noi non crediamo ai racconti di sacrifici di bambini cristiani, anche se oggi ci sconvolgono le arsioni reali dei fanciulli palestinesi. Solo vorremmo sapere che fine ha fatto l’edizione originale del testo di Ariel Toaff, figlio del Rabbino capo di Roma, a pro della loro veridicità, fatto scomparire per opera della comunità giudica di Roma, per potere giudicare.

Ce la ridiamo delle ridicole favolette sulla profanazione di cadaveri, e sulla reclusione dei sepolcri, cosa peraltro impossibile per un sepolcro musulmano, sul fondamento di verdetti inesistenti. Perché rammentiamo la celebre narrazione in cui un ladro di sudari che aveva profanato una vergine, venne sottoposto dal Nunzio Divino inorridito ad un lungo castigo di riparazione, prima di essere riaccetto nella comunità pentito. Abbiamo capito, si emetterebbero dunque verdetti contro l’insegnamento del Nunzio. Forse che in Vaticano andrebbero sigillate le sepolture dei papi per via della profanazione celebre di quella di Papa Formoso? A chi toccherebbe questa volta?

E ce la ridiamo, non del fatto gravissimo, ma della ripetizione ricorrente di una novelletta inventa come quella dell’infibulazione, o circoncisione femminile, in uso presso certe tribù africane animiste. Forse che noi ricorderemo la triste sorte dei bambini castrati, dei futuri “sopranisti” dal bel canto, forse anche per concessione papale? Ma ci indigneremo per un aborto arbitrario i cui vessilliferi vengo ricevuti con tutti gli onori nientemeno in Vaticano. ‘Il corpo è mio, e lo gestisco io”, con tanto di onori dal Romano Pontefice resi ad Emma Bonino, che faceva abortire con le pompe di bicicletta.

Che dire dell’”eutanasia”, della “buona morte”, o forse meglio “mala”? Oggi volontaria, domani chissà, già oggi talvolta dopo essere stati sottoposti a pressione. Per cui, trasferiti in una elegante clinica dell’Europa Centro settentrionale, accolti da un’infermiera alta, e bella, e bionda, e di gentile aspetto, si viene fatti comodamente adagiare su di un lettuccio, e poi ammazzati. Sempre in nome degli stessi falsi principi, “il corpo è mio, e lo gestisco io”, ci si perdoni il barbarismo linguistico, “la vita è mia”, e così via dicendo. Ancora una volta, “grazie Occidente”, per questo, e per tutto il resto.

Un’altra questione andrà affrontata, di cui avevamo detto di passata, quella della significazione, o del “simbolo” all’ellenica. Le descrizioni coraniche del Paradiso, del Giardino Superno, sarebbero ridicole a detta di taluni saccenti, mere trasposizioni di oggetti corporei, e null’altro. Ed aggiungiamo noi, anche quelle dell’Inferno, con tanto di fuochi, e di bevande ripugnanti. Ma il fuoco non è certo un’invenzione coranica. Ed il Giardino è alcunché di diffuso in molte tradizioni, a cominciare dalle pagane antiche. Si veda per gli Ebrei, il “Seno di Abramo”.

Il fatto è che lo stesso Tommaso d’Aquino, ma qui non sappiamo se ci stiamo rivolgendo a Cattolici o a Protestanti, diceva che la descrizione mosaica della creazione divina era riservata ad un “popolo rude’’, “Moises rudi populo loquebatur”. Con tanto di giorni e notti successive, con lo Spirito d’Iddio che aleggiava sulle acque, con separazione di terra ed acqua, con il fango per il corpo umano, con un Cielo che sembra sovrapporsi al nostro basso mondo, con il Seno d’Abramo, con il fiato umano per l’anima, e così via dicendo.

Andrà osservato, a questo medesimo riguardo, contro gli ignoranti e presuntuosi, che per asserto stesso del Corano, il suo Giardino sarà una trasposizione superiore di questo nostro basso mondo. Quei frutti, li avevamo già gustati. Sarebbe qui lungo trattare della dottrina dei mondi sottili o immaginali, quasi del tutto ignorata in Occidente, cui avevamo già accennato dianzi, sovrapposti oppure sottoposti per diradazione superiore od inferiore della materialità liminale, con la risoluzione successiva, nel caso infero, mondi che saranno allora i nostri, nei quali ci ritroveremo a vivere dopo.

Ma il tutto, accennando alla risoluzione del Giudizio Finale, del Giorno Atteso. Con la contemplazione del Volto Divino sovrapposta esistenzialmente a questi mondi immaginali e sopraliminali, i quali verranno a riprodurre in un qualche modo le nostre elaborazioni mentali. Sono i frutti, che avevamo già gustato, ci dice il Sacro Corano, ed al di là, il Suo Volto Santissimo. Questione alquanto complessa questa, e delicata, di non facile comprensione, specialmente per gli imbecilli, ed i presuntuosi, e gli arroganti.

Quindi divani, e perle, e bracciali, e tappeti, e frutti, e fiumi che scorrono, tutto a significare alcunché di superiore, questi ultimi in particolare la profusione santa della grazia d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, subordinata questa che sia a quella santissima dei Suoi Nomi superni benedetti sul limitare dell’Essenza Santissima. Questioni queste assai delicate, riservate in particolare ai Sapienti, a quanti siano radicati nella conoscenza, secondo il Sacro Corano, non certo ai frizzi ed ai lazzi d’imbecilli ed ignoranti.

E le vituperatissime Urì, le donne del Giardino Superno, come la Beatrice, la Lucia, la Rachele di Dante, che porteranno forse anche ad un contatto trascendente e demateriato, con il quale si sublimerà la sensualità del coito corporeo. Questioni dicevamo di altissima significazione, che sarebbe anche troppo semplice, per un’ignorante, miscredente per suo stesso attestato e vanto, giungere a ridicolizzare, guardando alla pagliuzza negli occhi altrui di cui nulla capiscono, per ignorare la trave dei propri, come diceva Gesù nell’Evangelo.

E menzioniamo inoltre una dottrina assai plausibile, dovuta ad un grande Sapiente che non menzioniamo per nome per non essere ingiustamente lapidati, secondo la quale la significazione verbale accennerà di per sé alla trascendenza, non alle nostre arbitrarie illazioni inferiori, tanto che saranno quelli i significati implicitamente voluti, non questi del nostro basso mondo, laonde nulla ci sarà di cui meravigliarsi se in questi termini verranno a trattarne le Sacre Scritture, e non solamente il Sacro Corano, checché ne dicano taluni.

Al termine dunque di questo nostro esame, sarà più che mai opportuno un appello all’intendimento ed all’intelligenza, contro la pervicacia dell’ignoranza e della stupidità, contro chi pretenda di capire e di giudicare per partito preso, senza esserne provvisto dei mezzi e della perspicacia. La nostra non sarà una chiamata ad accettare ad ogni costo, ma a sforzarsi di capire. Il nostro sarà l’invito a non falsificare ed a distinguere, ed in questo noi ci rivolgiamo alle persone di buona volontà, le quali non abbiano fatto una scelta perversa pregiudiziale, che non consentirà loro di arrivare ad alcunché.

Perché sarà soltanto in questo modo, al di là di ogni prevaricazione, di ogni abiezione, di ogni falsità, di ogni odio perverso, di ogni ignoranza e stupidità, che l’apparenza, facendola solamente da mero tramite esteriore, finirà col rivelare manifestamente quei gioielli preziosi, i quali rimangono pur sempre destinati alle intelligenze reali, che abbiano saputo farsene carico della ricerca, traendole fuori della copertura di quella veste esteriore della malevolenza e dell’ignoranza, nella quale essi non rimarranno così per sempre involti, e che non aspettano altro, per parte loro, che di essere manifestati.

Scarica questo articolo in versione: PDF, DOCX.