Le Bassure e le Altezze

di Abdullah.

Nel Nome d’Iddio Altissimo

Mi ritrovavo nell’infelicissima Italia, il “bordello” dantesco, se non molto peggio, durante uno dei miei ricorrenti soggiorni annuali, dovuti a ragioni e familiari, e d’interesse personale. Eravamo nella seconda metà, vicino alla fine del settembre dell’anno trascorso quanto al corrente anno 2023. Allorquando i soliti mezzi d’informazione, specialmente televisione ed internet, ci si perdoni l’orrore linguistico, cominciarono a profondersi nell’ennesima ricorrente tremenda notizia a proposito della situazione nell’Iran Islamico.

Una giovane donna, una ragazza di 22 anni, sarebbe addirittura stata ferocemente ammazzata a bastonate, per non avere bene indossato il velo islamico, dalle forze della locale “polizia religiosa iraniana”, equivalente alla “buoncostume”, nulla di nuovo sotto il sole, che non sappiamo se esista ancora da noi, se non a pro di pervertiti vari, almeno sino all’affermarsi delle recenti “magnifiche sorti e progressive” del presente Occidente liberale. Telefonai a mia moglie per tenerla sul chi vive, ma era debitamente informata.

Dopo poco, un giorno o poco più, le agenzie di disinformazione millantavano il presunto scatenarsi di una pretesa “protesta popolare”, di grandi moltitudini, in tutta quanta la nazione, protesta indubbiamente pianificata ad arte, pur nelle sue misure di fatto ridotte, che se andava avanti per quasi due mesi, nel tentativo niente affatto celato di scardinare il locale governo ed ordine islamico. Le notizie date erano artefatte e terribili, atte ad impressionare debitamente i soliti poveri ingenui e disinformati, stupidi o creduloni che siano.

Polizia che sparava a vista nelle strade, che picchiava selvaggiamente povere vittime pretese indifese, soprattutto donne, sino a trucidarle, folle strabocchevoli, o presunte tali, che partecipavano alla protesta, sino a trecento morti tra loro, seguendo le informazioni della solita “ong”, ci si perdoni l’ennesimo orrore linguistico, finanziate dai soliti noti delle “rivoluzioni verdi”, di stanza, guarda caso, nella Norvegia dell’unione Europea e della Nato, ed anche di famigerati premi Nobel della guerra, pretesi della pace sì, ma eterna, ad ingannare, come già dicevamo, i soliti ingenui ed imbecilli vari.

La notizia faceva di non molto, di qualche mese, seguito al solito presunto orrore dell’invasione pretesa arbitraria, senza antecedenti di provocazione ed aggressione, di una nazione presunta libera ed indipendente da parte della prevaricazione oppressiva ed arbitraria dei nuovi Zar, ma questa volta, guarda caso, né occidentalizzatori, né modernizzatori. Ma sarebbe troppo lungo dire in questa sede anche di una siffatta questione, anch’essa cruciale e spinosa. Nell’uno e nell’altro caso, con tanto di pianti, e gemiti strani, ed urla fiere.

Persino con tanto d’immaginarie forniture di armi dall’una parte, dall’Iran Islamico, alla Russia nientemeno, come se ne avesse bisogno, vale a dire, ad un aggressore preteso isolato, da un governo preteso criminale, abbiamo sentito l’una e l’altra falsità, con le nostre stesse orecchie, da un docente ignorante e mercenario di un’università “cattolica” addirittura, che ignora del tutto la realtà internazionale, ben più complessa delle sue insulse farneticazioni, vale a dire, la realtà di fatto, e soprattutto, il diritto umano e divino.

La cosa all’inizio mi meravigliò non poco. Conosco benissimo l’Iran, per avere scelto di viverci con la mia famiglia, mia moglie docente universitaria, alla faccia del conculcamento delle donne iraniane, ed i miei due figli, certo uno dei più liberi, se non addirittura il più libero del mondo, ma nel Nome d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato. L’obbligo del velo, che avrebbe portato alla morte della sventurata giovane, ed alla strumentalizzazione impudica e vergognosa fattane, è osservato con grande discrezione, senza nessuna esagerazione, forse anche troppo largamente, per i miei gusti personali.

Libertà di espressione verbale forse anche eccessiva, se confrontata con nostra misera Italia liberal “cacocratica”, e ci si perdoni l’innovazione linguistica ellenizzante, dove “cacos”, per chi non lo sapesse, nell’antica lingua degli Elleni, sta per “cattivo”. Il “governo dei cattivi” dunque, se non di peggio, nel loro itinerario discendente verso la dissoluzione infera. Con tanto di “vilipendio del presidente della Repubblica”, guitto indecoroso imbeccato da forze luciferine, con il “vilipendio della resistenza”, che nessuno ormai più qualifica per quello che fu realmente, una guerra civile nata da qualcosa di peggiore.

Ed anche l’“apologia di fascismo”, ci si perdoni l’abominio linguistico e giuridico, vale a dire il divieto arbitrario di considerare una corrente umana per quello che essa fu, con i suoi pregi e le sue magagne. E da ultimo, in questi nostri ultimi tempi, persino il reato di “suprematismo”, mostruosità linguistica e giuridica certo mutuata dall’arbitraria ed inventata “legge comune, “common law”, della barbarie anglosassone, che vieta di difendere l’indipendenza della propria terra, e l’identità della propria stirpe nientemeno.

Nella Repubblica Islamica dell’Iran ciascuno ha invece il diritto, senza essere perseguito da nessuno, a parte i reati di spionaggio a favore del nemico e di banda armata, di inveire persino conto la Guida religiosa e civile della nazione e dei musulmani tutti, contro il locale governo, di prendersela con lo stesso Islam, a parte le bestemmie contro qualsivoglia religione divina, al contrario che in Occidente, senza essere processato e condannato, lo abbiamo osservato nella nostra permanenza più che ventennale. Tanto sarà poi il meraviglioso popolo iraniano, com’è stato anche da ultimo, a ristabilire la realtà delle cose.

Le limitazioni ci sono sì, ma saranno d’ordine prettamente morale, come deve essere appunto in uno stato fondato sui principi morali, vale a dire, sulla religione, uno “stato etico”, mirante a promuovere l’ascesa intellettuale e morale, la dignità dell’essere umano, non suoi pretesi indistinti diritti, al seguito della “libertà” crociana. E non ci si venga ad accusare qui di connivenza con il fascismo, che possedeva sì il vocabolo, ma non la realtà della cosa stessa, a dispetto delle pretese alquanto ridicole della cosiddetta “mistica fascista”.

Uno di questi obblighi morali, peraltro alquanto formale, vale a dire, in definitiva da osservarsi alquanto liberamente, anche troppo, per certi nostri gusti, già dicevamo, sarà quello del velo islamico. Osservanza che peraltro avrà molti aspetti. Che andranno dall’impellente necessità di difendere la donna dalle pulsioni sessuali indiscriminate ed esagerate, comprendendo due delle sue parti, le più visibili, che promuovono una tale attrazione, vale a dire i capelli, ed il collo anteriore col mento. Difesa della donna dunque, tutt’altro che oppressione e prevaricazione, come recita invece la vulgata d’Occidente.

Al bisogno di celare al cospetto degli uomini quel loro tesoro nascosto, la vista del quale essi dovranno in definitiva meritare, questo a procedere dalla generazione della donna dall’intimo dell’uomo, circostanza questa tutt’altro che riduttiva, siccome recitano peraltro sia la Bibbia, sia il Sacro Corano. Procedendo sino alla distinzione funzionale tra l’uomo, l’esterno operativo, e la donna, il suo interno completivo, nella loro connessione operativa e perfettiva, la quale li verrà a rendere completi, al cospetto degli uomini, e dell’Altissimo.

Dove bisognerà qui ricordare, che il segno, il cosiddetto “simbolo”, all’ellenica, nell’uno e nell’altro dei due casi, verrà ad essere una realtà la quale accenna e conduce alla sua realizzazione, vale a dire, dal significante, al suo significato apposto. Sino al rispetto più generale, per il quale ci troveremo al cospetto di una creatura, la cui grazia e la cui delicatezza, almeno in linea di principio, verranno ad esigere in primo luogo il suo rispetto e la sua protezione, non certo confidenza e volgarità, o peggio, e così via dicendo.

Dicevamo dunque che quella del velo sarà una realtà complessa, dalle sfaccettature varie, le quali tutte inevitabilmente sfuggiranno alla malevolenza dei fautori dell’occidentalizzazione più o meno forzata. Vogliamo qui solo osservare come in passato il velo fosse osservato non solamente durante la Santa Messa, ma in molti luoghi e circostanze fosse un qualcosa che apparteneva alla consuetudine delle donne, come nel sud dell’Europa, e la consuetudine è legge, senza dove andare a scomodare Paolo di Tarso.

Del quale ricordiamo qui le severe prescrizioni, in Occidente oramai del tutto disattese, così come le raffigurazioni antiche e meno antiche di Maria Santissima, la pace su di lei, invariabilmente velata da un velo completo, e non vogliamo qui tenere nessun conto delle innovazioni profanatrici di un Caravaggio, esaltate a iosa dai fautori della libertà a sé stante dell’arte, che a nulla la porterà se non a bassure dissolutive infernali, ed a null’altro, secondo quello che è stato il succedersi degradante dell’arte recente ed ultima.

Lasciando da parte, con un misto di pietà e di disgusto, le esternazioni ributtanti di una donnicciola acculturata ed ignorante, che partecipando ad un corteo di protesta con donne sviate, fallite e fuori uso, alcune di loro pretese iraniane, non certo tali o per origine o per elezione, sbraitava caninamente con “voce chioccia” contro il preteso abuso da lei subito durante il suo viaggio in Iran, di doversi mettere il velo, che andava stracciando davanti a tutti, un’italiana nientemeno, ma dei nostri giorni, questo sì, ed una pretesa cristiana addirittura???!!! Questo invece di ringraziare gli iraniani per la loro ospitalità proverbiale, dovunque nota e riconosciuta!

La canea indecorosa, certo suscitata ad arte, andava dunque montando, ma fondandosi sul nulla delle farneticazioni, delle menzogne più sozze e spudorate. Maree di persone manifestavano in Iran? Erano poche migliaia, sparse sì qua e là, un po’ in tutto il territorio, ma non avendo nulla a che vedere con la realtà profonda, anzi eccelsa dell’Iran Islamico, ed anche non islamico, e nella fattispecie con quelle donne iraniane, che in Occidente almeno taluni pretendevano arbitrariamente di rappresentare ed acculturare per partito preso.

Mi rammento ancora della minuzia e del rigore con cui le donne del quartiere cristiano di Isfahan indossavano il loro velo, certo costrettevi da invisibili ed inesistenti guardiani. Forse messi celesti? E soprattutto, alle sparse proteste dei soliti quattro gatti, o più che essi fossero, si contrapponevano, in reiterate occasioni, le manifestazioni a favore dell’Islam e del governo islamico, queste sì oceaniche, di molti milioni di persone, moltissime le donne, quasi tutte con velo perfetto, dalle città maggiori, sino ai più remoti villaggi, ignorate dalla “libera informazione” del Grande Cornuto.

Cortei del tutto ignorati da quest’ultima, al punto da giungere persino a farli passare per le proteste dei soliti noti acculturati e pervertiti nientemeno, nelle notizie e nelle immagini, peraltro incontrovertibili se bene osservate, con tanto di lesbiche, e baldracche, ed invertiti, e libertini, tutti irrimediabilmente ossessi. L’ondata perversa andava montando sì, ma solamente nell’immaginario protervo e malato della disinformazione satanica occidentale. E nulla ci veniva peraltro risparmiato di quella pretesa sequela di orrori e mostruosità.

Si andava dall’esaltazione fanatica dei giovinastri che aggredivano l’ignara ed inerme polizia, immagini queste reali, di cui in Occidente andavano fieri, che andavano riconnesse alla fornitura di armi americane dai confini del nord ovest, di cui un immondo figuro di colà andava fiero, invece di vergognarsene, tanto più prevedendosene l’esito scontato, disastroso e miserevole per costoro. Alle immagini di famiglie che protestavano dai piani alti delle case, ma contro chi non lo si sapeva, fatte segno ai colpi di arma da fuoco di una pretesa polizia scatenata, in realtà i soliti noti, immarcescibili e pervicaci.

I cui membri se ne sarebbe andati, vecchio copione questo, sotto mentite spoglie, a sparare a dalle motociclette contro i poveri manifestanti. Vecchio canovaccio, e vecchia provocazione, e vecchia falsificazione. Di notte i giovinetti, o giovinastri, scambiavano accorati colloqui con le madri, che li pregavano di non uscire, con la scontata risposta: “No, debbo andare”. Per la gloria degli Stati Uniti d’America, del sedicente stato d’Israele, o dei rimasugli immondi dell’“Impero” britannico? O dell’Unione Europea del “Gay Pride”, ci scusi l’obbrobrio linguistico, dell’“orgoglio”, non si sa quale, di lesbiche e sodomiti?

Od a pro dell’immondo regime canadese, certamente uno dei peggiori in assoluto, con la sua morte imposta, la sua “cacocrazia”, ci si perdoni l’obbrobrio linguistico, le feroci repressioni della polizia privata, e gli abusi i danni dei bambini in fasce a pro di pervertiti vari: quant’è bello il Canadà! È in questi luoghi che infatti se ne andavano avanti le manifestazioni d’appoggio a quei torbidi, e persino, siccome già dicevano, in questa nostra Italia, bordello infelice, serva abietta della corruzione e della prevaricazione europea ed occidentale.

Le giovani venivano, secondo la propaganda di costoro, picchiate a sangue ed ammazzate per le strade da forze dell’ordine peggio che bestiali. Forse come quelle statunitensi? La stessa sorte sarebbe toccata alla giovane all’origine della protesta, ma morta dopo un malessere dovuto ad un male del quale soffriva fin da bambina, un tumore al cervello. Le immagini incontrovertibili del fatto venivano diffuse dai portavoce dell’immonda disinformazione occidentale, in Italia da una baldracca fuori uso incaricata della bisogna, che le commentava spudoratamente, senza neppure tentare di falsificarle, come da copione: “Ecco, la hanno ammazzata di botte!”. Davvero inaudito e vergognoso!

Sapevamo che Satana, come dal verso di Dante, preso dall’Evangelo di San Giovanni, è “bugiardo e padre di menzogna”, e che gli statunitensi sono ancora più bugiardi di lui, e gli inglesi ancora più bugiardi degli americani, ma ora abbiamo trovato che è il più bugiardo di tutti. Altre giovani, decedute per malori od incidenti, ce ne sono tutte le prove, e le testimonianze, venivano fatte passare per vittime della millantata repressione furibonda della polizia iraniana, in una sarabanda davvero infernale di calunnie e falsificazioni.

La canea aberrante e disgustosa montava la sua furia, e tanti imbecilli, o ingenui, o sprovveduti, o disinformati, abboccavano al suo amo venefico, tanto che alcuni si premuravano di chiedermi, preoccupati per me, anche quando tutto era finito, che cosa stesse succedendo, angosciati soprattutto per le povere donne iraniane, tanto oppresse. Né le mie spiegazioni avevano un qualche esito. In alcuni casi gli immarcescibili arrivavano persino a falsare le testimonianze, farneticando d’immaginarie porte lasciate mezze aperte alle spalle di chi le dava, dietro alle quali si sarebbero nascosti suggeritori, inventati di sana pianta.

Ma le immense manifestazioni di milioni di persone, e vogliamo notare come il numero si aggiunga qui alla realtà di fatto e di diritto, non sostituendola, si andavano ripetendo, seppure del tutto ignorate in Occidente ad isolare sempre più i pochi esagitati, che peraltro si scatenavano, sovente armati, per lo più di notte, attaccando a sparuti gruppetti le forze dell’ordine, con armi bianche a da fuoco, mietendo tra loro molte vittime anch’esse del tutto ignorate dai soliti noti, dagli informatori prezzolati del Grande Cornuto. Le armi del Grande Satana statunitense avevano alla fin fine un qualche loro effetto.

Nel piccolo schermo si susseguivano i deliri e le profferte amorose di solidarietà di lesbiche e baldracche, o peggio se possibile, o fuori uso, come già dicevamo, od ancora in servizio effettivo, se non permanente, a fare violenza, da loro sì, alle valorose donne iraniane, alla loro realtà e nobiltà e purezza, impegnate ancora una volta a difendere la loro libertà, quella reale, e la loro dignità. Altro che donna vita libertà, con tanto di bandiera arcobaleno, e con tanto di movimento lgbt. Non sarebbe meglio dire donna sì, ma falsa, ossia lesbica e baldracca, ci si perdoni ancora una volta la crudezza dell’eloquio?

Dopo il quarantesimo giorno, vale a dire, il giorno del lutto islamico, io mi trovavo ancora in Italia, e la vicenda, già modesta di per sé stessa, se non per le suddette montature malevoli, andava scemando. Al mio ritorno in Iran, meno di due mesi dopo l’inizio dei fatti, nulla di rimarchevole. Anche se in Occidente si andava ancora farneticando di persistenti diffuse proteste. Solamente due tentati scioperi, che si tentava d’imporre con la violenza delle armi e degli incendi, dei trasporti e dei pubblici esercizi, scioperi presto falliti per il pronto intervento delle forze dell’ordine iraniane a difesa dei cittadini, e null’altro.

Continuavano le varie farneticazioni a pro della libertà, propalate in Occidente, ma quale libertà, e mi perdoni Benedetto Croce, che la pretenderebbe del tutto informale, contro un’inesistente dittatura. Ora una dittatura non sarà peraltro necessariamente qualcosa di negativo. Platone in effetti si riferisce, come ad estremo negativo, alla tirannide, ma avvalendosi di un termine il quale all’origine, nella loquela degli Elleni antichissimi, era tutt’altro che negativo, significando una legittima signoria, quale era stata del resto, ed era ancora ai suoi tempi in Oriente quella dei Re sacri, si veda a questo riguardo il suo Alcibiade.

Non era stata tale nella Roma repubblicana, nei suoi tempi aurei originali, dovuta com’era a casi di estrema necessità, come fu anche quello del tempo di Giulio Cesare, e ci scusi Cicerone che asseriva il contrario, che metteva termine ad una situazione di guerre, e violenze, e disordini. E fu tale persino quella fascista, a dispetto delle sue innegabili, enormi magagne, la quale diede all’Italia un tempo di legge e di ordine almeno, che venne troncato solamente dalla sciagurata risoluzione di entrare in guerra, a dispetto di tutto e di tutti.

Pur con quelle enormi magagne che la condannavano in ogni caso quel movimento alla disfatta finale, anche per opera di quelle medesime forze dalle quali era nato, e che lo avevano alimentato. In Iran in ogni caso non c’è nessuna dittatura. La dittatura venne imposta, e ne rimarchiamo qui il senso negativo, agli iraniani prima dagli inglesi, e poi dagli americani, loro successori conformi, prima con Reza Palani, vale a dire, Cesta d’Asino, poi nobilitato falsamente in Pahlavi, poi con il suo degno figlio Muhammad Reza.

In precedenza, una sovranità assoluta, ma ispirata, con i Safavidi e gli Zand, equiparabile ad una dittatura, ma nel senso romano e cesareo, essendo i casi peggiori dovuti al venire meno della qualità sacra e della dignità trascendente anteriore dei suoi depositari, degenerazione oppressiva corretta costituzionalmente, ma falsata in senso secolare non islamico, dall’intervento occidentale a pro dei modelli francesi e belgi, non inglese, perché la “perfida Albione”, ci si perdoni la citazione, anche se pochi lo sanno, non ha costituzione.

Né tantomeno si tratterebbe, come s’è invece preteso da taluni sprovveduti o malevoli, di una dittatura religiosa addirittura. Sarebbe dunque una dittatura ispirarsi ai principi della religione eterni ed universali, per costoro. Con una Guida illuminata eletta da un consesso di sapienti, che lascia governare gli eletti dal popolo, avendo un potere che è sì assoluto, ma che essa si limiterà ad usare solamente in stato di necessità estrema, lasciando per tutto il resto fare gli eletti dal popolo, com’è che quasi sempre avviene, senza nessuna prevaricazione.

Dove ci si rifà al Libro Sacro, ai detti dei Puri, all’intelletto, al consenso dei dotti, con una giurisprudenza che sarà una scienza, com’era anche per il diritto romano, anch’esso, a suo modo, di origine divina, e non all’arbitrio di ignoranti, ed imbecilli, e corrotti, che si arrogano il diritto di legiferare nel parlamento, spalleggiati dalla magistratura, dal governo, e possiamo anche aggiungere, a questa bottega degli orrori, come sarà peraltro doveroso, per via della loro appariscenza e della loro influenza, anche i mezzi d’informazione.

Liberi questi ultimi di mentire e calunniare spudoratamente, com’è che abbiano appena visto, di promuovere la servitù, nascosta od occulta che sia, e la guerra civile, in caso di bisogno di chi li comanda, che peraltro sarà il bisogno dei pochi, non certo quello millantato dei molti, l’immaginaria ed inesistente volontà popolare. E non vogliamo di nuovo qui attribuire al numero più dell’importanza che gli spetta, ma solamente sottolineare l’incongruenza della sua inesistenza in chi se ne avvale del tutto a sproposito.

Dunque in definitiva, un arbitrio il quale si risolve in un’oppressione, anche se sovente nascosta, dovuta com’è all’abuso increscioso di parlamenti e parlamentari del tutto squalificati, i quali pretendono sì di legiferare, ma senza nessuna ragione, i parlamenti di Cicciolina e Vladimir Lussuria, e gli altri saranno alla fin fine anche peggiori. Ispirati come sono da quei poteri forti subumani ed infernali, che si celano dietro di loro ad ispirarli, a guidarli, per poi liberarsene all’occorrenza, com’è peraltro già avvenuto più volte.

Leggi non conformi all’umana natura ed alla rivelazione divina, sia pure in tutte le loro pretese roboanti, che tali non sono affatto, ma solamente arbitrio, come dicevamo, dovute alle pulsioni inferiori del concupiscibile liberatosi dall’intelletto, non all’intelletto che governi dall’alto della sua superiore autorità. Ed è stato detto a proposito del governo islamico, nella fattispecie di quel governo, del tutto falsamente, che il suo sarebbe nondimeno, se non quello di una dittatura, pur sempre un potere autoritario, con i suoi connotati negativi.

Ora un governo autoritario sarà quello che sempre solamente impone, mai propone, la sua autorità, per questa stessa ragione essendo tale non veracemente. Ora sarà pure che l’autorità, vale a dire la legge, avrà pur sempre necessariamente dalla sua anche un potere compulsivo, di coercizione, e di punizione, ma dovuto a casi di violazione personale o pubblica delle norme di natura, identiche a quelle rivelate. Per cui si difenderà il conculcato, che avrà in ogni caso la possibilità del perdono, gradito nel divino cospetto, che giunge a ridurre la punizione esterna al suo aspetto sociale.

Al contrario dell’Occidente contemporaneo, dove poco manca, ma sono convinto che presto ci arriveremo, che il corrotto ed il criminale vengano addirittura premiati, come vasi maggiori della misericordia divina, Papa Francesco, ed Emma Bonino, e Marco Pannella docet, in ogni caso con un atteggiamento affatto riduttivo che non farà se non sancire l’orrore della trasgressione al di fuori di ogni possibilità di regolamentazione giuridica, vale a dire, mettendo una volta per tutte la vittima negli artigli del suo carnefice, e nulla più.

E tutto questo valga quanto a tutto quell’agitarsi scomposto contro la pena di morte, al quale già ai suoi tempi Tommaso d’Aquino rispondeva, che chi arriva a commettere certi atti, si pone ad un livello inferiore a quello delle bestie, e come tale va pertanto trattato. In Occidente dunque, vale a dire, nel nostro presente Occidente, l’arbitrio oppressivo dei poteri forti, onnipotenti anche se celati, vale a dire, il potere secolare ridotto a sé stesso, vale a dire, ad una mera propaggine infera, il più intollerante, il più violento, il più oppressivo di tutti i poteri, a dispetto di certe sue apparenze suadenti ed illusorie.

Nell’Islam invece, al di là delle contraffazioni, diffidare delle imitazioni, e possiamo dire in tutto il mondo giuridico tradizionale, come quello romano, avremo al contrario tutta quanta una struttura giuridica atta ad ordinare concordemente la vita dell’uomo, elevandolo al suo destino, che sarà la trascendenza. In Occidente tutta una serie di orrori arbitrari ed innominabili contro natura, che si sono sovrapposti sostituendola, alla convenienza sociale riduttiva del protestantesimo prima, privo di via alla trascendenza, mano a mano finendo con l’imporre quei meri poteri secolari di matrice framassonica ed infera.

Tanto da giungere a proporre in tutta pretesa universalità, e non generalità, quei diritti di non sa da bene quale uomo, ridotto che esso sia ai minimi termini della mancanza di qualificazione, l’infimo dell’abiezione, vale a dire i diritti di baldracche, e lesbiche, e pervertiti, e libertini, e criminali. Nell’Islam invece, in quello reale, vale la pena ribadirlo ancora una volta, e nel restante mondo tradizionale ispirato, vale a dire, della rivelazione divina, tutta quanta un serie di norme atte a proteggere e promuovere l’uomo, la sua trascendenza e dignità.

Miranti a farlo emergere da quell’anima concupiscibile e passionale prona al male, come sarà del resto anche per la città di Platone, la città dei sapienti in senso trascendente. Tanto da promuoverne la dignità qualificativa eminente, senza dovere cedere alle pulsioni infere di varia maniera, sia personali, com’è in particolare ai nostri giorni, sia sociali, com’era più in un passato recente. Ecco tutto quello che si vorrebbe imporre, ed osano chiamarla “libertà” nientemeno, contro una pretesa dittatura del tutto inesistente.

Apposizione che dovrebbero invece attribuire non ad uomini, ma a bestie o belve, od a cadaveri ambulanti, od a macchine semoventi, o ad esseri infernali, contro l’uomo degno di questo nome, secondo una successione di gradi discendenti, dei quali siamo purtroppo già adesso testimoni. Sarà questo il destino che costoro sognano di riservarci, il destino dei servi, dei servi, dei servi di Giuda, Iscariota, non altri. E bisogna riconoscere che essi sono purtroppo assai aventi nel loro lavoro satanico, destinato nondimeno al fallimento finale.

Arruolando all’occorrenza, lo abbiamo già visto in precedenza, alla loro bisogna nefasta, personaggi affatto inqualificabili, mercenari e traditori, vomiti d’inferno, uomini o donne che essi siano, con una certa preferenza per le donne, tratti da non si sa da quale immondezzaio, iraniani, o meglio, sedicenti tali, oppure stranieri, nella nostra fattispecie italiani, a riprova della nefandezza della nostra realtà recente, e non solamente, e dall’avulsione della Famiglia benedetta del Nunzio Divino da siffatte aberrazioni, e nient’altro.

Il fatto sarà che costoro, invece di andare a nascondersi come pidocchi in qualche sudicio buco, persistono nella loro funzione immonda, continuando ad andare avanti nei loro asserti perversi. In occasione della festa dell’anniversario della Rivoluzione Islamica, quando tutta la solfa era terminata da più mesi, un giornale americano aveva la spudoratezza di affermare che le commemorazioni avvenivano tra le proteste. Quali? Non lo diceva. Forse quelle contro l’America e l’Occidente in genere, com’era poi di fatto?

Presso il consesso non venerabile delle Nazioni Unite, la congrega framassonica delle nazioni senza dio, anche se non tutte, si è preteso addirittura d’attestare le pretese stragi di bambini, sic, !!!???, operate dalle forze dell’ordine iraniane. Già prima si era fatta ripetutamente la stessa cosa con le pretese torture, state attenti, non certo quelle di statunitensi, canadesi, francesi, ed anche italiani, e così via dicendo, si badi bene, ma quelle dell’Iran Islamico, che la tortura la vieta tassativamente, con la legge islamica, vale a dire, per diritto divino, a differenza che nell’umano, troppo umano Occidente.

Ed un buontempone, vale a dire una maschera infernale vomitata dall’inferno, se n’era andato al parlamento svedese di Re Bernadotte, già generale traditore di Napoleone, quello o quasi, norvegesi e svedesi per me pari sono, dei premi Nobel della loro pace, vale a dire, per la guerra, le stragi, i genocidi, le torture, queste sì. Come quello della sedicente iraniana Shirin Ebadi, già Giudice del deposto omicida e torturatore Mohammad Reza Cesta d’Asino, quindi in ogni caso complice delle sue efferatezze. Se n’era andato costui dai Bernadotte a piagnucolare sulle pretese stragi di bambini nelle manifestazioni.

I quali, com’è noto, se ne vanno di notte a partecipare a sparute manifestazioni con figuri, e con le loro baldracche, che erano, ed essi stessi bambini sarebbero stati, armati sino ai denti con armi bianche e da fuoco procacciate dagli americani, nel sogno empio e vano di riuscire a sovvertire l’Ordine Islamico. Il tutto sul fondamento degli asserti, pretese testimonianze, di traditori prezzolati, tagliagole assetati di sangue, o ex torturatori inveterati, espulsi da ogni dove per le loro imprese sanguinarie in appoggio degli oppressori locali, e dei loro ispiratori e procacciatori d’armi d’Occidente.

Ma non certamente espulsi da quell’Albania, miserabile colonia prezzolata e ‘libera” schiava degli Stati Uniti e della Nato, le radici dell’odio e della sopraffazione. Da dove un esponente locale, un mercenario della loro “libertà”, si permetteva tempo fa di blaterare contro il preteso regime “dittatoriale” dell’Iran Islamico, a pro d’innocui ed innocenti dissidenti perseguitati, colà ospitati dopo essere stati cacciati da ogni dove per i loro crimini, non certo perseguiti, come si pretendeva in quella sede, omicidi inveterati, “dissidenti” con le mani lorde di sangue, questo sì innocente, di bambini, di donne, e di vecchi.

Sarebbe lungo qui provare a continuare a ripercorrere tutte quante le menzogne orrende, confezionate e vomitate dalle bocche infernali di corrotti e traditori contro l’Iran Islamico, in un delirio di odio bugiardo, vale a dire, contro la Legge d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, unicamente oggi ivi presente e vigente con una qualche completezza, al di là di rimasugli sparsi, presenti qua e là, con differenti livelli di validità ed efficacia. Perché il punto sarà proprio questo, sarà proprio questa la questione cruciale decisiva, per noi e per loro.

Essendo in atto ai nostri giorni più che mai una lotta furibonda contro la dignità umana, e la Legge Divina, la quale ne sarà la sola garante. Ora se Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, sarà la Realtà, chi pretenda velleitariamente di opporglisi, si metterà sì dalla parte di quell’essere che Egli crea, a cui conferisce la sua varia dignità e le sue varie distinzioni, ma dalla parte, se non di un nulla inesistente affatto inattingibile, di quei vari livelli di dissoluzione che pretenderanno fallacemente di procederne di grado in grado.

Ed osserviamo qui ancora, com’è che Iddio Altissimo, Ne sia esaltato l’Essere, Egli solamente conferisca, e possa conferire, distinzioni e livelli di dignità ed esistenza. Mentre quella pretesa derivazione fallace dal nulla, e dai suoi appositi sopraordinati, vale a dire, l’essere indefinito e la materia prima, nulla potranno per parte loro sortire esistenzialmente, né l’essere stesso, né un suo qualche grado di dignità. Se qualche cosa c’è, quello che c’è potrà provenire solamente da Iddio Altissimo, Ne siano lodati i Nomi, e da null’altro.

Donde verrà la pretesa di un’eguaglianza completa, del tutto fallace, con tanto di bandiere arcobaleno, e di Parate dell’Orgoglio degli Invertiti, nudi e con tanto di bambini, nella pretesa di ribadire l’equivalenza di pietà ed empietà, di obbrobrio e di dignità umana, vale dire, come già dicevamo prima, i diritti dell’infimo tra gli uomini, ovverosia del pervertito, del libertino, della lesbica, della baldracca, del criminale inveterato. Gesù, la pace su di lui, e Giuda Iscariota, Husain Ibn Alì, la pace su di lui, e Yazid saranno la stessa cosa.

Ma noi sappiamo, e questo ce lo insegna Giovanbattista Vico, che l’eguaglianza non basterà mai ai suoi propugnatori e vessilliferi. Perché dopo verrà la pretesa malsana di sopravanzare il bene con il male, con l’abuso, la prevaricazione, la menzogna luciferine, con i vomiti infernali. Lo abbiamo davanti ai nostri stessi occhi: menzogne su menzogne, ripetute e iosa, e non solo in questo caso, nella pretesa vana, che non potrà avere alla fine esito, di sfigurare il mondo, sprofondandolo verso l’annichilazione ed i suoi vessilliferi.

Tanto che alla fine, quella medesima eguaglianza pretesa, tratta dal nulla e dall’indistinzione dissolutive, si rivelerà del tutto vana, per i suoi stessi fautori, dando luogo al potere oppressivo ed arbitrario estremo, a quella tirannide che Platone, estrapolando il termine da suo significato originario di Signoria, attribuiva ai non qualificati e controqualificati che si arroghino il diritto di guidare e comandare, a tutti quanti costoro, nel loro delirio di potere e di adeguatezza, a singoli, ed a raggruppamenti, a Sovrani, e parlamenti.

Vale a dire, a Satana ed ai suoi accoliti, con una pretesa affatto vana che non potrà se non rovinare su sé stessa, sulla sua medesima inconsistenza, per dare luogo alla Signoria assoluta dell’Essere, vale a dire, d’Iddio, Ne siano lodati i Nomi, della Sua giustizia e della Sua concordia, come recitano le varie fonti divine. Quando a nulla più varrà mentire, se non condannarsi a quell’Inferno, dal quale quelle forze se n’erano uscite, nella loro pretesa proterva di completo dominio del mondo creato, segnando così il loro destino.

In questi nostri ultimi giorni, giacché siamo alla fine dei tempi, anzi di un tempo, com’è stato meglio detto, si giunge ad invertire l’essere spudoratamente, nel senso che non solamente si pretende di affermare quello che non è, che non sarà, e mai è stato, ma si pretende addirittura di attribuire agli enti qualificazioni contrarie alla loro realtà di natura, facendo passare il bene per male. Sarà questa dunque la dominazione degli sprovveduti ed insipienti, già descritta a suo tempo da Platone, i quali sanno quello che non sanno, i quali pretendono di ergere il nulla contro l’essere, di dominarlo, e di debellarlo.

Già prima dicevamo dell’empia contropretesa della libertà dell’Occidente moderno e contemporaneo, della sua bestemmia, già esemplificata a suo tempo dal Croce, pensatore liberale per sua definizione, infame ed indegno, di toglierla da ogni qualificazione, ad esaltazione degli obbrobri d’Occidente. Ma per fare così sprofondare l’uomo, siccome già prima dicevamo, in una controqualificazione vana, del nulla contro l’essere, dell’abiezione contro la virtù. E questa pretesa d’ergere il nulla contro l’essere, si manifesta nell’attitudine inveterata alla menzogna di quei soggetti che se ne fanno carico.

Menzogne dunque su menzogne, siccome già dicevamo in precedenza, menzogne inveterate, ripetute continuamente, all’unisono, affatto spudoratamente ed ossessivamente, con ostinazione certamente degna di miglior causa, contro la realtà effettuale, tanto da fare sì che esse s’insinuino nelle intelligenze degli uomini, ammesso che essi ne abbiano ancora, fino a fare credere quello che non è, né mai sarà, che non è mai stato, al punto da non fare credere invece tutto quello che invece è, siccome già in precedenza dicevamo.

Ed in primo luogo, adoperandosi quanto più possibile per giungere ad allontanare le coscienze umane da quelle realtà, che possano offrire nel dominio dell’effettualità un’alternativa alla degradazione della presente realtà di fatto del mondo, senza invitarle nella concretezza della vita ad allontanarsi da quei cattivi Maestri, e dai loro reggicoda vari, i quali si stanno sforzando in ogni modo di precipitarli nella voragine infernale. Uno di questi esempi, certo il maggiore nel dominio collettivo del nostro tempo, è in questa nostra età appunto l’Iran Islamico, e ci dispiace per tutti i suoi detrattori.

Guidato com’è, l’Iran islamico, da un grande sapiente, uomo di sapienza trascendenza, versato nella Legge Divina, che lo ha guidato e guida alla vittoria contro lo strapotere infero di quegli immondi manutengoli asserviti e prezzolati, conducendolo a resistere, anche attraverso il sacrificio d’innumerevoli caduti per la fede, agli attacchi interni ed esterni di quelle creature infernali incarnate. E che già ieri fu guidato da un altro sapiente eccelso e Maestro, suo fondatore contro gli orrori modani e secolari, a vincere, a resistere, e ad espandersi, contro tutto e contro tutti, vale a dire, contro le forze stesse dell’Inferno.

Sarà contro tutti questi, sarà contro tutti costoro, che quelli, vale a dire, Satana ed i suoi manutengoli, scateneranno di tempo il loro livore pestifero. Dalle stragi iniziali, dai tentativi di secessione, dagli attacchi interni, dal terrore, e dalla guerra civile, sino ai disordini interni, suscitati ad arte di tempo in tempo da traditori e prezzolati, com’è stato per questi ultimi torbidi, attraverso tutta una serie di accuse varie e di menzogne ributtanti, che sono sempre terminate nella loro stessa vergogna. E preghiamo Iddio, sia magnificato ed esaltato, che debba essere così anche per futuro, sino alla Sua manifestazione plenaria.

Dicevamo che l’obbiettivo di costoro è sempre stata la Legge Divina, e la cosa si è manifesta assai perspicuamente in questi ultimi eventi, per i quali si blaterava di “rivoluzione” dei soliti quattro gatti, nella pretesa nientemeno d’interpretare la volontà del popolo, ed in particolare, delle donne iraniane. Il fatto sarà, che l’Iran Islamico ha avuto da Iddio, Ne sia esaltato l’Essere, un dono, il dono del discrimine. Fin dai primi momenti, il nemico prezzolato, il traditore venne di volta in volta isolato ed espulso all’esterno, come un escremento putrido.

Il tradimento, seppure ricorrente, seppure suscitato con tutta proterva insistenza, non è valso a nulla. Questi squallidi elementi continuano sì a sussistere, ma nulla sarebbero senza l’appoggio vano, i soldi, ed anche le armi dei soliti noti, vale a dire delle potenze occidentali, tanto che si avrà, che per parte loro nulla avranno potuto contro questa realtà virtuosa ed eminente, e chiediamo ad Iddio, sia magnificato ed esaltato, che così continui ad essere anche per il Futuro, siano al manifestarsi del Suo Vicario. Questa realtà di fatto sta durando, contro tutto il resto, nella sua virtù ed eminenza.

Fatto sta che essa si sta proponendo dovunque siccome un esempio virtuoso da seguire senz’altro. E sarà proprio questo esempio virtuoso che occorrerà tentare di debellare in tutti i modi, ed ancor prima, di squalificarlo, ad evitare che esso possa proporsi siccome un modello a tutto il resto del mondo, in particolare, oltre che ai popoli oppressi, all’aberrazione occidentale delle bandiere arcobaleno e dei “Gay Pride”, i cortei degli invertiti, ci si perdoni l’obbrobrio, nudi e con tanto di bambini innocenti, come già prima dicevamo. No, tutto quell’esempio ai loro occhi empi non deve essere, non è tollerabile.

E sarà così che si tenterà di fare passare, per mezzo delle suddette menzogne infere, l’Iran Islamico per una delle realtà peggiori sulla faccia della terra, luogo di torture, di abusi, di stragi, di oppressione, di servitù, di violenze, e via dicendo. Per fare dimenticare, o almeno tentare di farlo, quanto è avvenuto nel resto del mondo, quanto vi sta avvenendo tuttora, e sempre più, contro la dignità, la libertà, l’intelligenza, la virtù umana, tuttora predominanti al contrario nell’Iran Islamico, almeno per chi abbia occhi per vedere, e sappia vedere, e soprattutto, ne sappia trarre tutte quante le conseguenze.

Perché sarà questo il modello da scoprire, l’esempio da seguire, la sola via di salvezza. E vediamo come anche nel resto del mondo, in molte parti, da molti, lo si sta seguendo, dai nobili ed oppressi, siccome solo tramite di salvezza, a nostro modesto avviso, ad evitare di essere risucchiati e precipitati nel precipizio della voragine infera dissolutiva. E tutti questi tentativi perversi in contrario riusciranno del tutto vani, ne siamo affatto convinti, e controproducenti, a Iddio piacendo, Ne sia esaltato l’essere. Alla fine la menzogna sparirà, e la verità dovrà trionfare, Egli stesso ce lo ha promesso.

Chi può dimenticare, oltre 40 anni or sono, le descrizioni dell’Iran Islamico, come di un luogo nel quale il sangue scorreva a fiumi per le strade, luogo di ogni abuso e violenza arbitraria, il tutto corroborato da alcune immonde pellicole americane, che narravano di una realtà che non era, non è mai stata, e giammai sarà, a Iddio piacendo, sia magnificato ed esaltato. Io non credetti allora, tutto questo è nella mia memoria, ed ora sono felice ed orgoglioso di viverci con la mia famiglia, mia moglie iraniana, docente universitaria di diritto: ma quanto sono oppresse e discriminate queste povere donne iraniane e musulmane!

I miei due figli, uno dei quali una ragazza, sono felice che non siano stati educati in Occidente dal “genderismo”, specialmente la giovane, alla perversione sessuale, chiamatela senz’altro per quello che essa è. Io non credetti, e sono felice di non avere dato nessuna retta a quelle aberrazioni, perché non ho dato fede alla menzogna di chi mi voleva traviare, ed ho creduto invece al vero, certamente per ausilio ed ispirazione divina, e ringrazio Iddio, sia magnificato ed esaltato, di non essere stato il solo, che anche altri non abbiano dato credito a quelle aberrazioni infami ed ingannevoli.

Queste mie convinzioni furono in seguito perfettamente provate, e mi portarono da ultimo alla fede, all’Islam, nella fattispecie quello della Famiglia Benedetta del Nunzio Divino, il che mi rende orgoglioso sì, ma facendomi prosternare con umiltà davanti a Iddio Altissimo, che Ne sia esaltato l’Essere. E tutta questa canea di falsificazioni infami e vergognose la quale viene scatenata di tempo in tempo, non fa che corroborare tutte le mie convinzioni, completamente confermate da una realtà di fatto che se ne va avanti per la sua via, a tutto dispetto dei suoi detrattori e delle loro infamie infernali. Mi sono distolto dalle bassure infernali, e mi sono volto alle alture divine: me ne vengo, recita Eschilo, lasciata la terra dei morti e le porte delle tenebre.

Il mondo intanto se ne va avanti, quello divino verso le alture della sua esaltazione, quello infero, o meramente umano, verso le bassure della sua dissoluzione infera, la quale pure, a suo modo, viene da Lui, dalla Sua Onnipotenza e Compiutezza. Questo sarà il fatto assolutamente inconculcabile. Ed in effetti, sarà da osservarsi che tutti quanti i tentativi di rovesciamento e d’inversione di quella realtà non meramente mondana, espressione a suo modo conforme del fastigio divino, non solo vanno fallendo di volta in volta, ma sono destinati ineluttabilmente a fallire al cospetto della Sua manifestazione gloriosa, al palesarsi della Sua Guida Vicaria.

In ogni caso, il loro non verrà ad essere, non potrà essere se non un fallimento, ancora una volta clamoroso. Lo abbiamo già osservato, in particolare in questi ultimi mesi, col loro tentativo assurdo e velleitario di ridare vita ad un morto che non parla, per farlo rivivere della sua escrescenza infera, perché tutti i loro vomiti ributtanti, i loro escrementi abominevoli, le loro menzogne impure, le loro calunnie infami, si sono alla fine ritorte, o si ritorceranno tutte contro di loro. E ci dispiace qui per chi le ha seguite, anche se, almeno in parte, in buona fede, non temendo in nessun conto le tante lezioni, e presenti, e precedenti, a questo riguardo, coi loro avvertimenti per il futuro.

La realtà non accetta deroghe, non accetta scuse. Ed il tentativo di rovesciare quella realtà, sarà il conato di sovvertire la realtà stessa. Certamente non si tratterà ancora di quella realtà perfetta del governo universale della Guida Ben Guidata, che deve ancora venire. Fino ad allora, certo vi saranno mancanze, anche gravi, ne siamo pienamente consapevoli. Ma si tratterà pur sempre di mancanze umane, non certo di quella scaturigine, divina al suo livello d’esistenza. Certo dietro ad ogni accusa ci potrà essere un qualche lontano barlume di realtà, come sarà sempre in questi casi, dovuto ad un’imperfezione, e ad un ancora possibile abuso umano.

E lo sappiamo già, c’è stato detto dalle predizioni dei Puri ispirati, che fino ad allora tutti quanti dovranno fallire in una certa misura, tanto che nessuno possa dire “io avrei fatto meglio”, ma non certo per loro volere, ma non certamente nei loro tentativi vari di adeguazione e di costruzione, anzi di ricostruzione, i quali resteranno validi di per sé stessi, a loro modo, in tutto il loro insieme. Questa non sarà un’empietà se non di rimando, vale a dire, in adiecto, non intenzionale, dovuta ad una negazione parziale, e non certamente quella pretesa negazione totale, la quale si adopera invece per sprofondare il mondo e l’uomo nel precipizio dissolutivo della voragine infernale.

Siamo qui ben disposti a riconoscere tutti questi difetti parziali, che abbiamo anche avuto modo di appurare nella nostra più che ventennale esperienza nell’Iran Islamico. Tra i quali la tendenza irriflessiva, diffusa qua e là, ad assumere ingiustificatamente il mondo occidentale, coi suoi orrori, come modello, una certa trascuratezza, anch’essa diffusa qua e là, della Legge Divina, una qualche ingenuità nei rapporti esterni, quasi si avesse a che fare con sapienti ispirati, o con uomini di buona volontà, non con manutengoli satanici, con i ben noti risultati, una qualche occasionale durezza ingiustificata, che mai giungerà agli orrori occidentali, e via dicendo.

Ma nondimeno, eccoci ancora una volta alla medesima scaturigine di quella realtà, quella scaturigine voluta, ieri ed oggi, da Iddio Altissimo, che sia magnificato ed esaltato, per il suo popolo, alle Guide Vicarie subordinate alla Guida superna, ed a Quella Divina Suprema, ad un popolo il quale, sia pure tra tante prove e difficoltà, è pur sempre, se non addirittura ancora più pronto a rispondere con ardore all’appello della sua Guida, delle sue Guide, in ogni città, ed in ogni villaggio, così come nel mondo islamico, e nel mondo intero, a sbugiardare così ancora una volta quei malevoli provocatori inveterati, i quali purtuttavia non sembra che abbiano intenzione di desistere dalle loro nefandezze.

Forse si tratterà di un popolo immateriale di Messi celesti? Quegli stessi che vennero concessi nelle vittorie dei primordi della lotta per la fede al Nunzio Divino? O si tratterà forse invece di un’illusione visiva? Non certo la seconda eventualità, anche se la prima sarebbe invece plausibile, ma in una maniera del tutto occulta ai nostri occhi carnali, tanto da non dovere mettere in non cale quella realtà di fatto miracolosa, la quale si sta andando ripetendo oramai da più di 44 anni, da prima e da dopo la Rivoluzione Islamica, ad ogni consimile occasione, ivi compresa quella della guerra imposta, per non dire delle aggressioni varie di mercenari omicidi prezzolati, e di tutto quanto il resto.

Il tentativo degli empi anche questa volta è fallito, grazie a Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, anche se costoro, che Egli li maledica e li sprofondi, vanno ancora reiterando ossessivamente, ed in quest’ultimo caso più che mai, le loro menzogne inveterate, oggi più che mai sbugiardati, nel tentativo vano di provocare quello che, a Iddio piacendo, Ne sia esaltato l’Essere, non avverrà mai, vale a dire, una sovversione completa del mondo. Tutto questo da una banda di torturatori e di omicidi incalliti, che se ne vanno per il resto del mondo, o almeno una sua parte, a dare lezioni di morale, e di libertà, ad ingannare i soliti, a pervertire chi lo abbia ad accettare.

Sovversione che sarebbe la loro rivoluzione invertita, incompleta ed insussistente, che se ne va giù nel precipizio della voragine del nulla infero luciferino, non certo quella che, rivolvendosi invece compiutamente, porta ad ascende sino al limitare del fastigio divino, e dei Suoi purissimi Intimi. Sì certamente, un tentativo questo di provocare quello che non sarà provocabile, mentendo spudoratamente ed immondamente, con una protervia del tutto sfacciata, che noi speriamo che possa aprire alla fine gli occhi, a Iddio piacendo, che Ne siano lodati i Nomi Benedetti, persino in un mondo occidentale ancora obnubilato dalle tenebre della loro empietà sfacciata.

No di certo, quello che questi empi si proponevano, questi nemici d’Iddio, sia magnificato ed esaltato, e dell’uomo, e del mondo, non avverrà mai, a tutto loro dispetto. I credenti sono già pronti, in ogni parte del mondo, persino laddove ce lo si potrebbe meno aspettare. E ci si perdonino queste nostre pose, peraltro necessarie, da Demostene e Cicerone, in tutta la nostra modestia, da Filippiche contro Filippo ed Antonio. Perché qui abbiano a che fare con qualcosa di ben peggiore di Filippo e di Antonio, perché qui abbiamo a che fare con l’Inferno stesso, con il male Assoluto, Satana in persona. Perché il male sta emergendo nel mondo in tutta la sua immonda purezza.

La vittoria è dunque vicina, a Iddio piacendo, sia magnificato ed esaltato, che Egli la voglia al più presto, e queste prove, queste tribolazioni, queste ingiustizie ricorrenti ed insistenti, non fanno in ogni caso se non confermare, che siamo proprio alla fine dei tempi, o meglio, com’è stato ben detto, di questo nostro tempo infelice, nondimeno destinato pur sempre a dare adito al trionfo finale della manifestazione plenaria ricorrente, di tempo in tempo, dell’Essere Divino, Ne siano esaltati i Nomi. Chi non ci crede, ebbene non ci creda, ma lo vedrà pur sempre alla fine, vedrà il manifestarsi plenario della giustizia e della concordia, cui cederanno il posto l’ingiustizia e la discordia previe.

Quella che è stata descritta, a tinte peggio che fosche, siccome la grande bottega degli orrori, con tutte le sue pretese aberrazioni, paleserà alla fine a tutti quanti, anche ad imbecilli, ad ingenui, ed a male intenzionati, anche a chi non ne voleva sapere, quella che è la sua vera natura, che è la sua la sua realtà d’amore. Ma si tratterà di un amore fondato sul discernimento, e sul discrimine dell’intelletto, vale a dire, dell’intelligenza trascendente superiore e divina, il quale sappia dare ad ognuno il suo, conformemente agli atti ed ai meriti di ciascuno, non certamente la confusione indistinta e la separazione della materia prima, della realtà infera, capace di separare, non di distinguere.

Sino a che, alla fine, avremo proprio quello che c’era da aspettarsi, ad un’attenta ed oculata considerazione sotto il profilo della trascendenza dei mondi superiori dell’essere, a dispetto di tutte aberrazioni in contrario, avremo la nostra remunerazione, attesa e promessa, avremo la ricompensa di tutti i nostri travagli e di tutte le nostre sofferenze. Vale a dire, che avremo, dopo tutte queste brutture e menzogne, un modo purificato di bellezza e di perfezione trascendente, di concordia, di gioia, e di giustizia, sotto il governo trascendentemente ispirato, esteso al mondo intero, di una Guida divina perfetta da Lui ispirata, dell’Atteso Ben Guidato, dell’Intimo d’Iddio Altissimo, Ne sia esaltato l’Essere, che Egli voglia affrettarcene la gioia finale.

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