وَمِنَ ٱلَّيْلِ فَتَهَجَّدْ بِهِۦ نَافِلَةً لَّكَ عَسَىٰٓ أَن يَبْعَثَكَ رَبُّكَ مَقَامًا مَّحْمُودًا
La preghiera della notte (salat al-tahajjud) è una preghiera supererogatoria meritoria (mustahabb), assai raccomandata, che può essere eseguita dal momento in cui inizia la mezzanotte rituale islamica fino al fajr (alba rituale islamica), ma è meglio se viene eseguita nell’ultimo terzo della notte e il più vicino possibile al fajr.
Era obbligatoria solo per il sommo Profeta Muhammad ibn Abdullah (pace e benedizioni su di lui e sulla sua Famiglia), mentre per gli altri è mustahabb, ma è comunque assai raccomandata.
La preghiera della notte nel Corano
Dai versetti del sacro Corano si comprende che la preghiera della notte è un atto di culto supererogatorio che è stato fortemente raccomandato. Allah, l’Altissimo, nella Sura Al-Isra (17:79), esorta gli esseri umani ad eseguire la preghiera della notte per raggiungere ciò che Egli chiama “Maqam Mahmoud”, “Grado Lodato”, dicendo:
“E [in parte] della notte, veglia dunque in essa [in preghiera], [come dovere] aggiuntivo solo per te: v’è speranza che il tuo Signore ti susciti a un Grado Lodato”.
Anche nella Sura Al-Muzzammil (73:1-4) Allah invita il sommo Profeta (pace e benedizioni su di lui e sulla sua Famiglia) ad eseguire la preghiera della notte, dicendo:
“O [tu che ti sei] avvolto nelle [tue] vesti! Alzati la notte [vegliando in preghiera], salvo un poco, metà di essa, oppure togline un poco, o aggiungi ad essa, e recita il Corano di recitazione perfettamente misurata!”.
Nella Sura As-Sajdah (32:16-17), Allah, l’Altissimo, loda in questo modo coloro che eseguono la preghiera della notte:
“I loro fianchi si staccano dai letti, invocano il loro Signore per timore e desiderio, ed elargiscono di quello di cui li abbiamo provvisti. E nessuno conosce ciò che è stato loro nascosto d’una Gioia, ricompensa per quello che avranno fatto”.
Se non ci fosse stato che questo nobile versetto ad esprimere il merito della preghiera della notte, esso sarebbe stato sufficiente per i devoti credenti a indurli a trascorrere l’intero giorno in attesa del giungere della notte per eseguire questo sublime e salvifico atto di culto.
La preghiera della notte nelle narrazioni islamiche
Numerose narrazioni islamiche ne ricordano e lodano i grandi meriti e i salvifici effetti. Ne citiamo alcune di seguito.
In un hadith, narrato dallo Shaykh al-Hurr al-Amili, nel suo Wasa’il al-Shia, leggiamo che l’Imam Sadiq (pace su di lui) disse: “Non è dei nostri devoti seguaci chi non esegue la preghiera della notte”.
In un altro hadith, narrato da Al-Muttaqi al-Hindi, nel suo Kanz al-Ummal, leggiamo che il Profeta dell’Islam (pace su di lui e sulla sua Famiglia), rivolgendosi ai musulmani, disse: “Vi raccomando la preghiera della notte, anche una sola rakʿa [unità costituiva della preghiera islamica] di essa, poiché la preghiera della notte impedisce all’uomo di commettere peccati, placa l’ira del Signore e allontana le vampe del Fuoco [dell’Inferno] nel Giorno della Resurrezione”.
Muhammad Ibn Al-Fattal Al-Nishaburi narra, nel suo Rawdat-ul-Wa’iẓin, che l’Imam Reza (pace su di lui) disse: “Vi raccomando la preghiera della notte. Non c’è nessun servo di Allah che si svegli nell’ultima parte della notte e reciti otto unità della preghiera della notte, due unità di shaf‘ e una unità di witr, e che nel suo qunūt implori il perdono divino settanta volte, senza che Allah lo protegga dalla punizione della tomba e dal Fuoco, allunghi la sua vita e porti sollievo e prosperità alla sua esistenza. … Le case in cui viene recitata la preghiera della notte brillano di luce per gli abitanti del cielo, proprio come la luce delle stelle brilla per la gente della terra”.
Lo Shaykh Saduq, nel suo Ilal al-Sharayi’, narra che Jabir ibn Abd Allah al-Ansari disse che il Profeta dell’Islam (pace e benedizioni su di lui e sulla sua Famiglia) disse: “Allah non ha scelto Abramo come Suo sincero amico se non per due azioni: il suo dare da mangiare [alla gente e ai bisognosi] e la sua preghiera della notte, quando la gente dorme”.
Lo Shaykh Saduq, nel suo Al-Khisal, narra che l’Imam Sadiq (pace su di lui) disse: “La dignità del credente è la sua preghiera nella notte, e la sua gloria è l’astenersi dal molestare la gente”.
Muhammad Baqir Majlisi, nel suo Bihar al-Anwar, narra che l’Imam Sadiq (pace su di lui) disse: “La preghiera della notte rende il volto bello, il carattere nobile e l’essere umano fragrante; accresce il sostentamento, salda i debiti, allontana la tristezza e illumina lo sguardo”.
Ancora il Majlisi nel suo Bihar narra che il santo Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui e sulla sua Famiglia) disse: “La preghiera della notte è un mezzo per ottenere il compiacimento di Allah e l’affetto degli angeli”.
In un altro hadith del Bihar al-Anwar leggiamo che l’Imam Sadiq (pace su di lui) disse: “Le case in cui si prega la preghiera della notte e si recita il Corano sono come stelle luminose per gli abitanti del cielo”.
Le norme della preghiera della notte
La preghiera della notte è composta da undici unità, rakʿa, eseguite sotto forma di cinque preghiere di due unità ciascuna, seguite da una preghiera di una sola unità. Le prime otto unità devono essere compiute come quattro preghiere supererogatorie di due rakʿa ciascuna, con l’intenzione di eseguire le nawāfil (preghiere supererogatorie meritorie) della notte. Le ultime tre unità, che hanno valore e merito maggiori rispetto alle altre, consistono in una preghiera di due unità, che deve essere compiuta con l’intenzione di eseguire la preghiera Shaf‘ (Pari), e una di un’unità sola, che deve essere compiuta con l’intenzione di eseguire la preghiera Witr (Dispari).
Nella preghiera shaf‘, dopo la Sura al-Fatihah (prima sura del sacro Corano), è meritorio recitare la Sura al-Nas (n. 114) nella prima rakʿa e la Sura al-Falaq (113) nella seconda rakʿa. La preghiera shaf‘, a differenza delle altre cinque preghiere che compongono la preghiera della notte, non prevede il qunūt (recitazione di suppliche con i palmi delle mani uniti davanti al viso ed elevati al cielo, nella seconda rakʿa, dopo la sura che segue la Sura al-Fatihah). Se qualcuno desidera eseguire il qunūt durante la preghiera shaf‘, deve farlo con l’intenzione di rajā’, ossia sperando che sia un atto gradito ad Allah e ricompensato da Lui.
Nella preghiera witr, dopo la Sura al-Fatihah, è meritorio recitare tre volte la Sura al-Ikhlas (112), una volta la Sura al-Falaq e una volta la Sura al-Nas.
Nelle preghiere shaf‘ e witr si può anche recitare la Sura al-Ikhlas dopo la recitazione della Sura Al-Fatihah, in modo da ottenere la ricompensa di aver completato un’intera recitazione del sacro Corano. Infatti, nelle narrazioni islamiche leggiamo che chi recita per tre volte questa sura, ottiene la ricompensa di un’intera recitazione del Corano.
Comunque è permesso recitare qualsiasi sura dopo la Fatihah in tutte le unità della preghiera della notte, e si può anche omettere la sura e recitare solo la Fatihah.
È raccomandato che durante il qunūt delle preghiere della notte, la persona pianga per timore di Allah. Se non riesce a piangere, è consigliato che assuma un atteggiamento di commozione e pianto (tabākī).
È assai raccomandato che nel qunūt della preghiera witr si preghi o si chieda perdono per quaranta credenti. Ciò può essere fatto dicendo semplicemente “Allahumma-ghfir li-… [e qui si pronuncino i nomi dei credenti]”, che significa: “O Allah, perdona…”. Inoltre, è consigliato recitare settanta volte l’invocazione “Astaghfiru-Llāha Rabbī wa atūbu ilayH” (Chiedo perdono ad Allah, il mio Signore, e ritorno pentito a Lui), sette volte “Hādhā maqāmu-l-‘ā’idhi biKa min an-Nār” (Questa è la posizione di colui che cerca rifugio in Te dal Fuoco), e trecento volte “Al-‘afw!” (Perdono!). Dopodiché, si recita questa supplica: “Rabbi-ghfir lī wa-rḥamnī wa tub ‘alayya, innaKa Anta-t-Tawwāb Al-Ghafūr Ar-Raḥīm”, che significa: “Signore mio, perdonami, abbi pietà di me e accetta il mio pentimento! In verità, Tu sei Colui che accetta il pentimento, il Perdonatore, il Benevolo”.
La preghiera witr è invero il culmine, la vetta, la destinazione finale, la parte più importante della preghiera della notte.
Lo Shaykh al-Tusi, nel suo libro Misbah al-Mutahajjid, ha raccomandato di recitare la Dua al-Hazin (Supplica dell’Addolorato) dopo la preghiera della notte.
A causa di limiti di tempo, mancanza di energia o per qualsiasi altro motivo, potrebbe non essere possibile eseguire la preghiera della notte nella sua forma completa. Tuttavia, è possibile recitarla in modo abbreviato. Si può infatti ridurre la preghiera della notte a tre preghiere: una preghiera di due unità con l’intenzione della preghiera notturna, un’altra preghiera di due unità con l’intenzione della preghiera shaf‘, e una preghiera di una sola unità con l’intenzione della preghiera witr. Si può anche recitare solo le due preghiere shaf‘ e witr. Se poi non si ha nemmeno forza, voglia o tempo per queste ultime, si può recitare solo la preghiera witr. Ovviamente, più completa è la preghiera della notte e più grandi sono i suoi salvifici effetti e la sua ricompensa.
Se necessario, le suppliche raccomandate per il qunūt della preghiera witr possono essere semplificate ed alleggerite, in base alle proprie capacità e alla pazienza disponibile.
Anche se è preferibile che la preghiera della notte venga eseguita in piedi, chi trova difficile farlo o non ha la forza di stare in piedi può recitarla seduto. La preghiera della notte può persino essere eseguita mentre si cammina, in macchina o in altre situazioni simili.
È raccomandato che la preghiera della notte venga recitata ad alta voce, in modo che, se possibile, anche altri possano alzarsi, sentendo la voce di chi sta eseguendo la preghiera, e recitare la preghiera della notte. In questo modo, possono beneficiare di questa grande benedizione e non restare indietro rispetto alla carovana dei credenti devoti. Tuttavia, ciò è valido a condizione che si supponga che altri si sveglino sentendo la voce, che non si disturbi nessuno e che non vi sia rischio di ostentazione o ricerca di fama.
Se una persona si sveglia e si rende conto di avere tempo solo per recitare le preghiere shaf‘ e witr, non può iniziare tutte le undici unità. Tuttavia, se ha recitato almeno quattro delle totali undici unità, e poi si accorge che è giunto il fajr, può completare il resto della preghiera della notte dopo il fajr, per poi recitare la preghiera supererogatoria (nāfilah) del mattino, seguita dalla preghiera obbligatoria del mattino (salāt al-fajr).
Chi è in viaggio, o chi trova difficile svegliarsi dopo la mezzanotte rituale islamica per recitare la preghiera della notte, può eseguirla all’inizio della notte. La mezzanotte rituale islamica, che segna l’inizio del tempo della preghiera della notte, corrisponde esattamente al momento a metà tra l’adhan (chiamata islamica alla preghiera) del maghrib e l’adhan del fajr.
Chi non ha recitato la preghiera della notte prima del fajr può recuperarla dopo la preghiera del mattino, fino al sorgere del sole. Ciò è un’ulteriore dimostrazione dell’eccezionale importanza della preghiera della notte.
Non è necessario recitare tutte le undici unità della preghiera della notte in un’unica volta; è possibile suddividerle, ad esempio, in due o tre momenti. Anzi, questa suddivisione è preferibile, come faceva il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui e sulla sua Famiglia) durante la sua preghiera della notte (tahajjud).
Per le preghiere obbligatorie (farā’iḍ), è preferibile che la persona si rechi in moschea per eseguirle, ma ciò non è stato consigliato per l’esecuzione delle preghiere supererogatorie (nawāfil).
Concludiamo con una splendida raccomandazione dell’Ayatollah Sayyid Ali Qazi al celebre Allamah Tabatabai: “Figlio mio, se desideri il mondo, recita la preghiera della notte. Se desideri anche l’aldilà, recita la preghiera della notte”.