Sostieni la Palestina 🇵🇸
🇵🇸
Contribuisci a difendere i diritti del popolo palestinese
Logo
CoranoLibriArticoliFunzioniBlogChatWikipediaTetris
0
Blog

Tra determinismo e scelta: la libertà umana, nodo centrale dell’etica

Lezione dell’Ayatollah Alidoost sulla libertà umana: tra determinismo e scelta, responsabilità morale, merito e modelli etici applicabili.

10 dicembre 2025, di Mostafa Milani Amin


Copertina tra-determinismo-e-scelta-la-liberta-umana-nodo-centrale-dell-etica

La libertà di scelta è il cardine dell’etica: se l’essere umano fosse ridotto a mero prodotto di forze deterministiche, verrebbero meno i fondamenti della responsabilità morale — colpa, merito e rettitudine perderebbero ogni significato pratico e normativo. La riflessione etica deve partire dalla conferma della responsabilità personale, condizione necessaria per la correzione, la crescita e il giudizio morale.

L’Ayatollah Abolghasem Alidoost, docente e studioso del seminario di Qom, in una lezione di etica tenutasi il 2 Bahman 1392 (22 gennaio 2014), ha presentato un esame critico delle posizioni deterministe — teologiche, sociologiche e storiche — confrontandole con i principi del Corano e le tradizioni dell’Ahl al‑Bayt. Ne offriamo di seguito un essenziale compendio ai gentili lettori.

La questione della libertà umana è centrale: finché non è chiarita, ogni discorso etico rimane vago. L’Ayatollah Alidoost contesta varie forme di determinismo — teologico (nell’asharismo), sociologico, biologico e storico — che tendono a ridurre l’uomo a mero strumento nelle mani del «falegname eterno» e a mettere in discussione la sua autonomia. Alcune di queste letture reinterpretano qadaʾ e qadar (decreto e destino divino) come predestinazione totale, rendendo il concetto coerente con una visione di costrizione dell’agente.

Esistono oggi correnti che considerano l’essere umano un prodotto primario di educazione, ambiente, biologia o razza: in questa prospettiva l’azione umana è spiegata come effetto di condizioni esterne più che come espressione di una volontà autonoma. Émile Durkheim (sociologo e filosofo francese, 1858–1917) viene richiamato come esempio: interpreta il comportamento deviante in termini sociali e arriva a considerare il «criminale» più come un malato che come un pieno responsabile morale, mettendo in discussione la funzione punitiva tradizionale. Parallelamente, il materialismo storico sostiene che la storia e le strutture sociali determinano gli individui, escludendo che le azioni individuali possano cambiare il corso degli eventi.

Alidoost contrappone a queste tesi la testimonianza del Corano e delle tradizioni dell’Ahl al‑Bayt, e sottolinea che, secondo la dottrina sciita imamita, le Scritture attestano in modo chiaro e inequivocabile la guida e la responsabilità umana e documentano come persone e profeti abbiano effettivamente mutato il corso della storia; il determinismo totale è quindi infondato e non merita credito. La distinzione tra giusti e peccatori, la possibilità reale di pentimento e di correzione e la nozione di merito e colpa rendono insostenibile qualsiasi lettura che neghi radicalmente l’autonomia morale dell’agente.

Le fonti sacre esaltano la dignità del credente: l’uomo può essere elevato a Vicario di Dio (Khalīfat‑Allāh), ricevere l’estremo rispetto degli angeli e, in Paradiso, vedere la propria volontà — insieme a quella dei beati — plasmare la realtà. Presentano la vita come prova e campo di esercizio morale, dove la libertà è strumento di crescita spirituale e di trasformazione interiore; la dannazione è descritta non solo come pena esterna, ma come una realtà interna e consumante, nata dalla scelta e dall’abbandono del bene. In questo quadro, grandezza e rovina dipendono dall’esercizio della libertà, dalla responsabilità personale e dalle conseguenze etiche delle azioni, e non possono essere ridotte a meri esiti di forze esterne.

In sintesi, la posizione esaminata dall’Ayatollah Alidoost afferma che, pur essendo influenzato da fattori esterni — grazia divina, biologia, ambiente, educazione, cibo, amici e maestri — l’essere umano conserva una reale capacità deliberativa: tali influenze orientano inclinazioni e opportunità ma non annullano la responsabilità personale, la quale rimane affidata alla volontà che sceglie tra due infiniti, ascesa o caduta. Questa premessa di libertà e responsabilità è condizione necessaria per una teoria etica operativa, perché rende intelligibili e valutabili concetti come merito, colpa e sanzione; ne consegue l’esigenza di un quadro analitico integrato che distingua chiaramente tra cause esterne e capacità deliberativa individuale e che promuova approcci interdisciplinari e modelli causali in grado di formulare valutazioni normative coerenti, misurabili e applicabili.

PrecedenteBlogSuccessivoLe mani insanguinate dell’Unione Europea nel massacro del Sudan - Dicembre 2025

Questa pagina è utile?

Inviaci i tuoi commenti

logo-footer
Copyright ©2025 Milani App.
LibriIslamCoranoHadithGnosiShariaStoriaPolitica
ArticoliIslamCoranoHadithGnosiShariaStoriaPoliticaScienza
Altro
BiografiaBlogFunzioniJavascriptReactAgenzia Hawzah News
Pagine e Canali
[email protected]My YouTubeMy TelegramMy DEV-CommunityMy Stack-Overflow