I figli vogliono esempi visibili, non consigli udibili
L’educazione dei figli nasce dall’esempio: il comportamento dei genitori, soprattutto della madre, diventa modello duraturo. Pazienza, continuità e un ambiente familiare sano sono fondamentali per crescere bambini virtuosi.
16 novembre 2025, di Mostafa Milani Amin
I figli si educano con ciò che vedono, non con ciò che sentono come consiglio. Il comportamento dei genitori, in particolare della madre, costituisce un modello duraturo per il bambino. L’educazione richiede pazienza, continuità e la presenza attiva della madre. L’ambiente familiare e sociale deve essere sano e ricco di buoni esempi affinché i figli possano prendere modello da comportamenti giusti e virtuosi.
Agenzia Hawzah News — L’Hojjatoleslam Seyyed Alireza Tarashion, esperto e consulente di famiglia e matrimonio, in una delle sue conferenze ha affrontato il tema delle influenze delle compagnie nella formazione dell’essere umano, insieme ad altri aspetti decisivi dell’educazione: la necessità di adattare i metodi ai tempi, l’impatto dell’ambiente sociale, il valore dell’esempio visivo e uditivo e la centralità della madre come fulcro educativo.
Otto principi fondamentali dell’educazione
L’educazione dei figli non è mai un processo improvvisato: richiede consapevolezza, metodo e la capacità di adattarsi ai mutamenti della società. Nel mondo di oggi, caratterizzato da cambiamenti tecnologici rapidi e da possibilità senza precedenti, diventa indispensabile ripensare i metodi educativi affinché siano adeguati al tempo e alle condizioni in cui viviamo. Ogni bambino cresce osservando e interiorizzando ciò che vede e ascolta attorno a sé, e per questo la responsabilità dei genitori — in particolare della madre — è centrale e duratura. Non basta la parola o il consiglio: ciò che rimane impresso è l’esempio concreto, la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa.
Le narrazioni religiose sottolineano inoltre l’importanza delle compagnie e dell’ambiente formativo: l’essere umano tende a seguire la fede e lo stile di vita di amici e compagni. Questo richiama i genitori e i formatori a una vera e propria “vita educativa”, nella consapevolezza che ogni gesto, parola e persino reazione emotiva viene osservata e interiorizzata dai figli. In particolare le madri, che trascorrono più tempo accanto ai bambini, sono chiamate a considerare ogni comportamento come un atto educativo, capace di incidere profondamente sulla formazione della loro personalità.
In questo quadro, possiamo individuare otto principi fondamentali che guidano un percorso educativo sano e fecondo.
Educazione adattata ai tempi: i metodi devono evolversi con la società.
Influenza delle compagnie: l’uomo si forma anche attraverso chi frequenta.
Educazione visiva e uditiva: ciò che i figli vedono e odono incide più delle spiegazioni.
Influenza dell’ambiente sociale: i figli osservano anche la società.
Vita educativa della madre: la madre deve incarnare valori e condotta.
Educazione graduale e paziente: non si corregge un figlio in pochi giorni.
Centralità della responsabilità educativa: la madre è il fulcro educativo.
Caratteristiche della madre capace: salute, tempo, pazienza e metodo.
1. Educazione adattata ai tempi
I rapidi mutamenti tecnologici e sociali impongono di aggiornare costantemente i metodi educativi. Non basta ripetere pratiche tradizionali: è necessario armonizzare linguaggi, regole e aspettative con i contesti reali in cui i figli crescono. La madre, fulcro dell’educazione, deve vivere un percorso educativo flessibile, osservando ciò che il figlio sperimenta ogni giorno — scuola, media, amicizie — e calibrando esempi e istruzioni di conseguenza. L’obiettivo è trasmettere principi universali come ordine, rispetto e sobrietà attraverso strumenti e codici attuali, affinché siano compresi, assimilati e tradotti in comportamenti concreti nel contesto attuale.
2. Influenza delle compagnie
Le persone che un figlio frequenta hanno un’influenza decisiva sulla sua formazione. Amici, compagni di scuola e conoscenti contribuiscono a modellare carattere, abitudini e inclinazioni, rafforzando o indebolendo l’educazione ricevuta in famiglia. Per questo la madre, fulcro dell’educazione, deve vigilare con attenzione sulle relazioni del bambino, osservando chi lo circonda e indirizzandolo verso legami sani. L’obiettivo è favorire compagnie che sostengano i principi universali — come rispetto, ordine e sobrietà — e prevenire quelle che potrebbero allontanarlo da un percorso educativo equilibrato.
3. Educazione visiva e uditiva
I figli apprendono non solo dalle parole, ma soprattutto da ciò che vedono e ascoltano ogni giorno. L’ambiente familiare, gli atteggiamenti dei genitori, i toni di voce e i dialoghi quotidiani hanno un impatto diretto sulla loro formazione. Per questo la madre, fulcro dell’educazione, deve curare sia la dimensione visiva sia quella uditiva della vita domestica: ordine negli spazi, coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, linguaggi rispettosi e racconti che trasmettano serenità. L’obiettivo è che il bambino interiorizzi i principi universali non solo attraverso istruzioni verbali, ma osservando e ascoltando modelli tangibili che rendano vivi rispetto, sobrietà e responsabilità nel contesto reale in cui cresce.
4. Influenza dell’ambiente sociale
I figli non osservano soltanto la casa, ma anche la strada, la scuola e la società. L’ambiente pubblico, con i suoi costumi e comportamenti, lascia un’impronta profonda sulla loro formazione. Una madre può impegnarsi con dedizione, ma se il contesto è diseducativo il figlio ne sarà inevitabilmente influenzato. Per questo l’Islam richiama all’importanza delle buone maniere e della condotta sociale, ricordando che ogni gesto, anche fuori dalla famiglia, contribuisce a trasmettere valori. È necessario che il bambino cresca capace di leggere la società con spirito critico, riconoscendo i modelli positivi e difendendosi da quelli nocivi, così che ogni esperienza diventi occasione di crescita e consolidamento dei principi universali.
5. Vita educativa della madre
La madre non educa soltanto attraverso consigli e ammonimenti, ma soprattutto con la sua stessa vita. Ogni gesto quotidiano, dalla cura della casa al modo di parlare, diventa un modello che il figlio interiorizza. Per questo è essenziale che la madre incarni i valori che desidera trasmettere: coerenza tra parola e comportamento, sobrietà nelle abitudini, rispetto nelle relazioni. La sua condotta diventa la prima scuola del bambino, e la forza dell’educazione dipende dalla capacità di trasformare la vita domestica in un esempio costante e credibile.
6. Educazione graduale e paziente
L’educazione non è un processo immediato: correggere un figlio non si realizza in pochi giorni. La formazione richiede gradualità, costanza e pazienza, perché il carattere si modella passo dopo passo attraverso ripetizione e continuità. La madre deve saper attendere i frutti del suo impegno, evitando rimproveri impulsivi o aspettative irrealistiche. Ogni progresso, anche minimo, va consolidato con perseveranza, affinché la crescita morale e comportamentale diventi stabile e duratura.
7. Centralità della responsabilità educativa
Nell’educazione dei figli la responsabilità deve essere definita senza ambiguità: la madre è il fulcro e la prima maestra, presente ogni giorno come guida costante. Il padre e la società hanno un ruolo complementare, ma la solidità e la coerenza della formazione si fondano sulla centralità del ruolo educativo della madre. Una responsabilità ben riconosciuta e assunta con consapevolezza evita dispersioni e garantisce che l’educazione sia continua, ordinata e radicata nei valori universali. L’esempio della santa famiglia dell’Imam Ali mostra che Fatima Zahra, pace su di loro, era la figura educativa principale, anche nei suoi ultimi momenti.
8. Le caratteristiche della madre capace
Perché l’educazione sia efficace, la madre deve possedere qualità interiori e pratiche che la rendano guida credibile. Non bastano l’affetto e la presenza: occorrono salute fisica per affrontare con energia le esigenze quotidiane, equilibrio mentale per mantenere serenità e non lasciarsi sopraffare dai problemi, tempo dedicato per garantire una presenza costante, pazienza per accompagnare i figli in un processo graduale e continuo, e metodo educativo per orientare la crescita con visione chiara e ordinata. Una madre capace unisce queste virtù con sincerità e dedizione, trasformando la vita quotidiana in un insegnamento costante. La sua autorevolezza nasce dalla coerenza tra parola e comportamento e diventa il fondamento su cui il figlio costruisce fiducia, orientamento e stabilità.
Conclusione
La madre è il cuore pulsante dell’educazione, la prima maestra e la guida costante che imprime nei figli valori e orientamento. Quando questa responsabilità è riconosciuta e assunta con consapevolezza, essa diventa il fondamento di una formazione solida, continua e radicata nei principi universali. L’esempio della santa famiglia dell’Imam Ali e di Fatima Zahra, pace su di loro, testimonia che l’autorevolezza educativa nasce dalla sincerità, dalla dedizione e dalla perfetta coerenza tra parola e comportamento. In un tempo segnato da dispersione e frammentazione, riaffermare la centralità del ruolo educativo della madre significa custodire la speranza di una società armoniosa e giusta, fondata su generazioni cresciute nella luce della verità, della responsabilità e della fede.