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L’autoconcetto: una gabbia raffinata, tra psicologia e filosofia

Un’analisi critica dell’autoconcetto nella psicologia moderna e nella filosofia di Giovanni Gentile: una gabbia concettuale che illude l’individuo, contrapposta alla realtà primaria dell’essere.

12 novembre 2025, di Mostafa Milani Amin


L’autoconcetto, celebrato da psicologia e filosofia, promette libertà ma nasconde vincoli. È una gabbia concettuale che illude l’individuo e lo allontana dall’esperienza autentica dell’essere. La vera forza non risiede nelle immagini mentali, ma nell’essere vivo e concreto.

La psicologia moderna definisce l’autoconcetto come l’immagine che ciascuno ha di sé stesso, un insieme di percezioni e valutazioni che abbraccia passato, presente e futuro. Viene presentato come strumento di crescita e motivazione. Ma se lo osserviamo con sguardo critico, l’autoconcetto rivela la sua natura illusoria: non è realtà, ma costruzione mentale.

Questa immagine di sé promette libertà, ma consegna vincoli. Illude di dare identità, ma in realtà radica l’individuo in rappresentazioni fragili e mutevoli, dipendenti dal contesto e dai giudizi altrui. Più ci si identifica con l’autoconcetto, più si resta intrappolati in una gabbia invisibile: raffinata, perché sembra aiutare, ma ingannevole, perché allontana dall’esperienza viva dell’essere.

Anche la filosofia idealista di Giovanni Gentile, con la sua teoria dell’atto puro, eleva l’autoconcetto a identità tra pensiero e realtà. In questo modo, però, rischia di trasformare l’uomo in prigioniero della mente, assolutizzando il concetto e il pensiero come fondamento dell’essere. Eppure, nel suo rifiuto del dualismo tra teoria e prassi, tra soggetto e oggetto, si intravede un punto di contatto: la realtà non è scissa, ma unitaria e viva.

La critica resta chiara: sia nella psicologia che nell’idealismo, l’autoconcetto rimane una gabbia concettuale. La vera liberazione non passa dall’immagine che ci costruiamo né dall’atto del pensiero, ma dal contatto diretto con l’esistenza concreta. Solo l’essere mobilita, trasforma e fonda. L’autoconcetto può servire come strumento descrittivo, ma non deve mai essere scambiato per realtà.


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