Intervista sull'accordo nucleare - Maggio 2018
21 maggio 2018, di Mostafa Milani Amin
Intervista rilasciata da Mostafa Milani Amin all’IRIB sull’accordo nucleare tra l’Iran e i Paesi del 5+1.
I firmatari europei dell’accordo dopo il ritiro degli Usa si sono dichiarati impegnati a rispettarlo.L’Iran potrebbe contare sull’Ue come un partner credibile e affidabile? No, l’accordo fra l’Iran e i Paesi del cosiddetto 5+1 – ovvero i membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con potere di veto (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina) più la Germania – è in realtà da considerarsi fallito, e la ragione è chiara: il regime di Washington, il firmatario più importante, è uscito da questo accordo. Se Teheran vuole continuare l’accordo con il Regno Unito, la Francia, la Russia, la Cina e la Germania, deve intraprendere nuovi negoziati e concludere un nuovo accordo con i suddetti cinque paesi. Il fatto che Rohani abbia espresso la volontà di voler continuare l’accordo senza gli USA, è stata solo una “astuta” mossa per non ammetterne il fallimento. A mio parere l’Unione Europea non può essere un partner credibile e affidabile per la Repubblica Islamica dell’Iran, poiché dipende economicamente, politicamente e militarmente dagli Stati Uniti d’America. Macron ha già detto che l’Unione Europea non intende intraprendere una guerra strategico-economica contro Washington in favore dell’Iran per preservare l’accordo con Teheran. Diverse grandi aziende e compagnie hanno già annunciato l’interruzione dei rapporti commerciali con l’Iran, fra cui la multinazionale italiana Danieli e la danese Moller-Maersk. Insomma, a mio parere l’accordo è ormai morto e sepolto.
Qual è stata la reazione dell’Iran a questa decisione assurda e illogica del presidente Usa? Il governo Rohani ha annunciato di voler continuare l’accordo con gli altri cinque paesi, ma in base a quello che abbiamo pocanzi detto, è stata a mio parere una reazione debole e inefficace, che non farà altro che dare maggior coraggio agli Stati Uniti per ripristinare le sanzioni e aumentarne l’entità. Comunque Teheran ha concesso all’Unione Europea alcune settimane di tempo per avere reali e concrete garanzie del rispetto dei patti da parte di Bruxelles, ma dopo più di dieci giorni dall’uscita degli USA dall’accordo, oltre a non dare nessuna garanzia, ha persino dato segnali negativi, come quello di Macron che ha già annunciato che l’Unione Europea non intende intraprendere una guerra strategico-economica contro Washington per preservare l’accordo con Teheran. Comunque l’ayatollah Khamenei, la guida della rivoluzione islamica dell’Iran, ha concesso alcune settimane al governo Rohani per ottenere reali e concrete garanzie dagli europei, esprimendo tuttavia seri dubbi su fatto che l’Unione Europea possa opporsi alla volontà dei padroni americani e abbandonare un giro di affari di centinaia di miliardi di dollari con Washington, per uno di pochi miliardi con Teheran.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha sempre ribadito che l’Iran rispetta “pienamente i suoi impegni sull’accordo nucleare del 2015”. Allora Trump con quale scusa ha deciso di ritirare dall’intesa? Il regime di Washington non ha bisogno di scuse per calpestare gli accordi e imporre ingiuste sanzioni e inique guerre contro popoli e paesi sovrani. Lo dimostra il clamoroso ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul Clima. Con Siria e Nicaragua ora sono tre i Paesi al mondo che non fanno parte della storica intesa presa nel 2015 da ben 195 nazioni. Coro di critiche da gran parte del mondo imprenditoriale, dell’Unione Europea e della Cina. Dichiarazione congiunta di Italia, Francia e Germania: “Rammarico per la decisione”. Macron ha ribadito a Trump: “Non si può rinegoziare”. Ma non è valso a nulla, gli USA sono riusciti a imporre la loro volontà al mondo. La stessa cosa si ripete ora per l’accordo sul nucleare. Dichiarazioni di rammarico e condanne non serviranno a nulla.
La ‘convergenza’ fra Ue e Russia sul dossier iraniano, ovvero il mantenimento dall’accordo sul nucleare, “dimostra” che i rapporti tesi fra Mosca e il blocco occidentale “non sono una riedizione della Guerra Fredda” perché se così fosse questa convergenza “non sarebbe stata possibile”. Lo ha detto l’ambasciatore italiano in Russia Pasquale Terracciano. Quale è un suo commento al riguardo? L’ambasciatore italiano in Russia forse dimentica le pesanti sanzioni dell’Unione Europea contro Mosca in risposta alla crisi in Ucraina. A differenza di Bruxelles, la Russia ha già dato concrete garanzie a Teheran, cosa che non ha ancora fatto, e che a mio parere non farà e non potrà fare l’Europa, che come ho già detto dipende economicamente, politicamente e militarmente dagli Stati Uniti d’America.
Per concludere vorrei esprimere il mio parere sulla migliore strategia da intraprendere. Come prima cosa attendere ancora qualche settimana per vedere se l’Unione Europea può e vuole dare concrete garanzie per contrastare la decisione degli USA e per rispettare gli accordi con Teheran. Se queste garanzie non verranno, allora sarà opportuno sporgere un’ennesima ed ultima denuncia contro il regime americano alla commissione congiunta e al consiglio di sicurezza. Se ciò non dovesse rivelarsi efficace, bisognerà annunciare l’ufficiale e definitiva uscita dell’Iran dall’accordo e la ripresa delle attività di arricchimento dell’uranio al 20%. Se anche ciò non dovesse rivelarsi efficace, la mia proposta è indire un referendum nazionale per la totale e definitiva uscita dell’Iran dal Trattato di non proliferazione nucleare (NPT). Quindi lasciamo decidere al popolo il da farsi sulla questione dell’NPT perché purtroppo l’IAEA non ha mai sostenuto l’Iran, nonostante il rispetto dell’NPT, nelle sue attività nucleari. Questo è il mio parere.