Eutanasia - Marzo 2017

12 marzo 2017, di Mostafa Milani Amin


Che cos’è l’eutanasia e qual è l’opinione dell’Islam riguardo ad essa?

L’eutanasia, che letteralmente significa “buona morte”, consiste nel procurare intenzionalmente, e illudendosi che sia nel suo interesse, la morte di un individuo la cui qualità di vita sia stata alterata da una malattia, o una menomazione o una particolare condizione psichica.

Secondo la Sharia, la Legge Islamica, l’eutanasia è assolutamente proibita e viene considerata suicidio per colui che la richiede e omicidio per colui che la esegue.

Quindi ogni tipo e forma di eutanasia è da considerarsi haram e illecita.

  • Illecita è l’eutanasia attiva diretta, in cui il decesso è provocato tramite la somministrazione di farmaci che inducono la morte (per esempio sostanze tossiche).
  • Illecita è l’eutanasia attiva indiretta, in cui l’abuso di mezzi per alleviare la sofferenza (ad esempio, l’eccessivo uso di morfina) causa, come effetto secondario, la diminuzione dei tempi di vita.
  • Illecita è l’eutanasia passiva, che è provocata dall’interruzione o dall’omissione di un trattamento medico necessario alla sopravvivenza dell’individuo (come nutrizione artificiale e idratazione artificiale).
  • Illecita è l’eutanasia volontaria, che segue la richiesta esplicita del soggetto, che egli esprime quando è in grado di intendere e di volere oppure mediante la dichiarazione anticipata di trattamento (detta anche testamento biologico).
  • Illecita è l’eutanasia non-volontaria, in cui non sia il soggetto stesso ad esprimere tale volontà ma un soggetto terzo designato (come nei casi di eutanasia infantile o nei casi di disabilità mentale).
  • Illecita è l’eutanasia involontaria, che è praticata contro la volontà del paziente.
  • Illecito è il suicidio assistito, che è l’aiuto medico e amministrativo portato a un soggetto che ha deciso di morire tramite suicidio, ma senza intervenire nella somministrazione delle sostanze.
  • Illecita è ogni altra forma di eutanasia possibile e immaginabile.

L’Islam al posto dell’eutanasia che cosa consiglia?

L’Islam al posto dell’eutanasia consiglia

  • la fede,
  • la pietà,
  • la pazienza,
  • la preghiera,
  • l’abnegazione,
  • il costante rapporto con Dio,
  • l’amore dei parenti e dei vicini,
  • avere un vero e giusto obiettivo nella vita,
  • il netto rifiuto di ogni forma di edonismo e materialismo,
  • la vera consapevolezza del fatto che i dolori e le difficoltà fanno crescere spiritualmente l’essere umano, mentre la fuga dinanzi alle difficoltà lo rendono debole, codardo e meschino, e lo portano alla depressione, alla pazzia, al suicidio, e appunto all’eutanasia, che non sono davvero cose che s’addicano all’essere umano, che, non dimentichiamolo, ha grandi capacità intellettuali e spirituali, che possono fargli sopportare le più grandi difficoltà e i più pesanti dolori, donandogli in cambio crescita e perfezione.

Poi non dimentichiamo che siamo nel ventunesimo secolo ed esistono molti altri metodi per alleviare le pene e i dolori dei malati terminali,

  • c’è la scienza,
  • la tecnologia,
  • ci sono gli antidolorifici,
  • c’è la fisioterapia,
  • l’analisi,
  • e, insomma, tanti altri metodi scientifici e tecnologici per superare le difficoltà, ma rifugiarsi nel suicidio e nell’eutanasia vuol davvero dire essere intellettualmente deboli ed arretrati, non credere nel valore della scienza e delle notevoli capacità fisiche, intellettive e spirituali dell’essere umano.

Quindi la pratica dell’eutanasia non è affatto segno di progresso e civiltà, anzi è un chiaro segno di arretratezza intellettuale e culturale e decadimento spirituale, ovviamente per chi ha occhi per vedere, orecchie per sentire e cuore per comprendere ed accettare la verità.

Purtroppo, sembra che l’eutanasia stia diventando, oltre che un proficuo business per i paesi che l’hanno furbamente legalizzata, anche un crudele metodo che alcuni governi utilizzano, in silenzio, per eliminare i deboli, i menomati e i malati, e ridurre così le proprie spese sanitarie e di assistenza sociale. A pensar male a volte si fa peccato, ma spesso ci si indovina, soprattutto quando si ha a che fare con governi corrotti e senza scrupoli.